L'esercito svizzero ha i mesi contati?

Il Gruppo per una Svizzera senza esercito lancia la raccolta firme per abolire il servizio militare obbligatorio. E la nazione si spacca in due. Il dibattito si accende anche in Ticino. Frecciate tra Bertoli (PS) e Chiesa (UDC).
BELLINZONA – Il grigioverde ha i mesi contati? Secondo il Gruppo per una Svizzera senza esercito sì. Proprio in questi giorni sarà lanciata in tutta la Confederazione la raccolta di firme per un ‘Sì all’abrogazione del servizio militare obbligatorio’. Sull’esercito il Paese si spacca in due. E anche in Ticino il dibattito si fa incandescente. Lo testimoniano le posizioni agli antipodi di Manuele Bertoli, presidente del Partito Socialista sezione Ticino, e Marco Chiesa, granconsigliere ticinese UDC. “Speriamo che questo sia il primo passo verso l’abolizione completa dell’esercito”, dice Bertoli. “I cittadini non devono firmare quella petizione – replica Chiesa –, ne va della nostra coesione nazionale”.
Istituzione in crisi - Un’istituzione che nell’ultimo decennio, soprattutto durante l’era di Samuel Schmid in Consiglio federale, ha perso credibilità. In questo periodo i detrattori dell’esercito in Svizzera sono aumentati esponenzialmente. Così come la diffidenza nei confronti del grigioverde. “Ma le critiche solitamente fanno sempre più rumore degli applausi – precisa Chiesa –. Le persone che accettano di servire la propria patria meritano più rispetto. È giusto ristudiare l’esercito. Abolire la leva obbligatoria però significherebbe dare un calcio alla nostra storia. Il militare ha aiutato a crescere migliaia di diciottenni. Senza contare che rappresenta un’importante opportunità d’incontro per ticinesi, romandi e svizzero tedeschi. Non dimentichiamocelo mai”. Bertoli non fa una piega: “Il fatto è che l’esercito, così come è concepito, è finalizzato alla guerra. Per imparare a proteggere la popolazione non c’è bisogno di allenarsi a sparare. E poi ci rendiamo conto di quanti sprechi sono legati alle esercitazioni militari (il servizio militare obbligatorio costa dai 3 ai 4 miliardi di franchi all’anno, ndr)? Il sistema va rifondato completamente. E questa raccolta firme non deve trasformarsi in un boomerang. Sia ben chiaro: il fatto di sopprimere il servizio militare obbligatorio non deve essere la scusa per creare un esercito di professionisti. Deve essere solo una tappa intermedia verso un obiettivo più ampio”. Perché per Bertoli l’esercito, come esiste adesso, deve sparire e basta. “E per iniziare – aggiunge – bisogna togliere l’obbligatorietà della leva. Così, per il momento, ognuno sarà libero di scegliere o no. Sarebbe già una bella cosa”.
Servizio civile - A far perdere potere all’esercito è stata anche la crescita del servizio civile registrata negli ultimi anni. “Gli scenari sono mutati – ammette Chiesa –. È ovvio che con queste premesse il tutto vada ripensato. Ma con il buonsenso. Servizio civile e servizio militare, comunque, non sono due concetti che si escludono a vicenda. Occorre solamente ridefinire bene i compiti dell’esercito. Dalla lotta al terrorismo al mantenimento della sicurezza nelle istituzioni e durante le manifestazioni”.
Patrick Mancini
Foto apertura (archivio): Tipress




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