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BELLINZONATinner: TPF accetta il patteggiamento, si chiude annosa vicenda

25.09.12 - 18:34
Tinner: TPF accetta il patteggiamento, si chiude annosa vicenda
BELLINZONA - Il Tribunale penale federale (TPF) ha pronunciato le pene richieste dal Ministero pubblico della Confederazione contro Friedrich Tinner e i suoi due figli, come era stato patteggiato fra le parti. Ha condannato Urs e Marco Tinner a 50 e 41 mesi di prigione, il padre a due anni con la condizionale, per violazione della legge federale sul materiale bellico.

Il Tribunale ha tenuto tuttavia ad esprimere numerose riserve sull'accordo negoziato tra il MPC e i tre accusati. Ha detto di aver trovato difficile considerare che le pene contro i tre tengano realmente conto della gravità degli atti loro contestati. Considera inoltre troppo forte la differenza tra la pena di 24 mesi con la condizionale inflitta al padre e i 50 e 41 mesi ai figli. Questi ultimi, avendo già trascorso un lungo periodo in detenzione preventiva tra il 2005 e il 2009, non dovranno più tornare dietro le sbarre.

L'alta corte penale ha ricordato che Friedrich Tinner ha svolto un ruolo di primo piano in questa vicenda criminale. Inoltre, la collaborazione con gli USA non può essere considerata come un elemento di riduzione della pena, tanto più che è stata fatta in modo illecito.

Tenuto conto degli inconvenienti che deriverebbero da una normale procedura, in ragione in particolare della distruzione di importanti atti del dossier, i giudici di Bellinzona hanno spiegato di aver accettato di allinearsi alle richieste del Ministero pubblico.

Tutti e tre gli accusati sono condannati per violazione alla legge federale sul materiale bellico; Marco Tinner anche per falsità in documenti. Il trio dovrà farsi carico delle spese processuali dell'ordine di 400 mila franchi. Alcuni loro beni sono stati sequestrati a tale scopo, tra cui un conto intestato a Marco Tinner in una banca di Vaduz.

Si è concluso così il procedimento contro gli ingegneri sangallesi Tinner. Un procedimento caratterizzato da un'ingerenza, senza precedenti in Svizzera, del potere esecutivo, che ha praticamente lasciato senza armi di prova il potere giudiziario.

I tre imputati erano accusati di aver collaborato tra il 1998 e il 2003 con il padre della bomba atomica pachistana Abdul Qadeer Khan e di essere implicati in un traffico verso la Libia di elementi destinati alla fabbricazione di centrifughe a gas per ottenere uranio arricchito.

Il rito abbreviato lascia nell'oscurità parecchi aspetti dell'intricata vicenda di contrabbando atomico, in particolare i rapporti dei Tinner con la CIA americana, verosimilmente la ragione principale della distruzione di documenti del dossier ordinata dal Consiglio federale il 14 novembre 2007. Secondo il giudice istruttore federale Andreas Müller, il governo elvetico ha pesantemente intralciato l'inchiesta avviata nel 2004, facendo eliminare il 98% dei mezzi di prova.

ATS
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