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HOCKEY

Dario Simion, visiera a griglia e doti da scorer

Ala sinistra 17enne, il valmaggese è stato la sorpresa del Lugano nelle prime due giornate. "Smith ha chiesto alla nostra linea di non prendere gol e poi di provare a farne. È andata bene, direi"
Tipress/Putzu
Dario Simion, visiera a griglia e doti da scorer
Ala sinistra 17enne, il valmaggese è stato la sorpresa del Lugano nelle prime due giornate. "Smith ha chiesto alla nostra linea di non prendere gol e poi di provare a farne. È andata bene, direi"
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LUGANO – Nummelin gli ha “rubato” la fiammeggiante maglia di top-scorer, ma per un giorno, a Friborgo, Dario Simion l’ha sfoggiata con onore, nonostante non possa ancora giocare con la visiera in plexiglass. Il valmagg...

LUGANO – Nummelin gli ha “rubato” la fiammeggiante maglia di top-scorer, ma per un giorno, a Friborgo, Dario Simion l’ha sfoggiata con onore, nonostante non possa ancora giocare con la visiera in plexiglass. Il valmaggese (abita ad Avegno) è così giovane da essere ancora obbligato a portare casco con griglia. 17 anni compiuti in maggio, l’attaccante ha fatto il grande salto dagli juniores alla A senza apprensioni.

Un gol allo Zurigo e due assist a Friborgo, et voilà, tanto per dire “ci sono anch’io e non ho paura”. Lasciata la maglia gialla, tornerà al suo numero 94 e al lavoro duro in quarta linea. Ma con doti da scorer.

Percorso strano, per un giovane ticinese: per due stagioni nel settore giovanile dell’Ambrì, dopo una lunga trafila nel Vallemaggia, nel 2009 è passato a quello del Lugano, a dimostrazione come anche la storica tendenza del club bianconero a sfruttare poco i giovani del vivaio sia stata definitivamente invertita. “In Vallemaggia ci si divertiva, è un club che si basa sulla voglia di stare insieme, però con molta serietà – dice Dario Simion –. Ad Ambrì ho avuto la possibilità di svolgere un allenamento con i Moskito Top e mi hanno preso”.

E poi a Lugano, un cammino non facile per un giovane ticinese, visto il campanilismo imperante. “Ho scelto Lugano per una questione logistica, visto che mio papà lavora a Lugano e a Morbio ed è quindi più facile portarmi agli allenamenti. Per il resto, è sempre stato bello e emozionante incontrare i miei ex-compagni nei derby giovanili. Il derby vero? Non ci penso, so che ci saranno un sacco di amici sugli spalti, ma ci penserò quando succederà”

Ala sinistra con caratteristiche da cecchino, non sembra aver sofferto il passaggio all’hockey dei grandi. Questione di testa? “Penso di sì, vai in pista e tutto è più veloce e fisico. Se non pensi in fretta e in anticipo sei subito in difficoltà”.

Cosa ti ha detto Barry Smith prima di lanciarti nella mischia? “Alla nostra linea ha chiesto di contenere gli avversari e di non prendere gol, poi, ci fosse stato lo spazio, di provare anche a segnarne. È andata bene”.

Bello il presente, promettente il futuro. Obiettivi? “Ora come ora riuscire a giocare stabilmente in prima squadra. Poi magari, tra un anno, a salire di linea, in prima o seconda. La NHL? La sogno come tutti, ma non è un obiettivo vero. Devo fare ancora strada”.

Per ora, scuola, hockey e concretezza. E quella rete davanti al casco per proteggerne il talento dagli urti dei grandi.

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