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LUGANO“Non chiamatemi prostituto, sono un gigolò”

05.12.14 - 09:00
La vita segreta di un bello di notte ticinese
“Non chiamatemi prostituto, sono un gigolò”
La vita segreta di un bello di notte ticinese

LUGANO - Una doppia vita, anzi tripla, quella di Marco, un 24enne del luganese: sportivo di buon livello, studente in campo informatico e gigolò per necessità. Già, la prostituzione è anche un affare maschile. Cosa spinge un ragazzo, di bell’aspetto, ad offrire il proprio corpo in cambio di denaro? Cerchiamo di scoprirlo incontrando il nostro interlocutore dopo una lezione, prima di un importante allenamento.

Perché ti prostituisci?

"Quando sento il termine prostituzione mi vengono i brividi, preferisco dire che faccio il gigolò..."

Scusa, ma dove sta la differenza?

"Beh, non sono su un marciapiede a caccia di un cliente, mi propongo su un sito specializzato. Nessuno, inoltre, mi obbliga a farlo. Offro le mie prestazioni per il guadagno e perché mi diverte. Riesco a conoscere donne di un certo livello, che mi portano in posti stupendi".

Quanto guadagni?

"Dipende. Posso accontentarmi di una cena in un ristorante stellato, delle vacanze ai Caraibi. Chiaramente prendo anche soldi, di solito dai 200 ai 400 franchi".

E quanti incontri riesci ad avere durante la settimana?

"Mi contattano dalle 4 alle 5 donne alla settimana. Mi va abbastanza bene".

Riesci dunque a vivere grazie alle tue clienti?

"Anche qui, ti prego, usiamo i termini giusti. Per me sono delle tenere amicizie, non clienti".

Ok, ma un’amica non paga per averti a cena...

"Mah... (silenzio, ndr)".

Passiamo oltre. Che età hanno le tue “amiche”?

"Dai 45 ai 70 anni. Con alcune di loro vado solo a cena, con altre parto una settimana in vacanza... con molte è solo... come dire...è ... solo sesso".

Ah, allora vedi che...

"Ti blocco subito, non è prostituzione. Rendo solo felici le mie cli... ehm... amiche".

Tutti i giorni riesci, utilizzando i tuoi termini, a rendere felice qualcuno?

"Purtroppo no, le donne scarseggiano. Il 50 % delle telefonate che ricevo sono di altri maschi che cercano compagnia. Non accetto quasi mai, a meno che non sia solo per andare a bere qualcosa".

"Chi si scandalizza è sempre banale: ma, aggiungo, è anche sempre male informato", diceva Pasolini. Secondo te, la gente comune, ha una visione distorta della prostituzione?

"Ancora con questo termine? Ti rispondo comunque: ognuno è libero di fare quello che vuole. Come io mi accompagno ad altre persone per un mio tornaconto altri possono essere liberi di scandalizzarsi o di guardarmi storto. A volte però non ci si informa abbastanza e si vive di preconcetti. Questo lo trovo triste".

Un’ultima domanda: secondo te, la tua testimonianza serve?

“Credo di sì. Vorrei dire che quello che faccio non è facile e non sono un buon esempio da seguire assolutamente. Ma in molti devono anche capire che esistono queste realtà, che la nostra società è fatta anche di questo purtroppo. Dico però, ripeto, di non fare quello che sto facendo io, a lungo andare una vita del genere ti logora".

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