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CANTONE"Mi chiamo Chiara: il mio primo Vermut l'ho bevuto a 12 anni"

27.10.14 - 08:01
Gli alcolisti anonimi si aprono al Ticino (ma due sezioni hanno chiuso)
Ti-Press / Samuel Golay
"Mi chiamo Chiara: il mio primo Vermut l'ho bevuto a 12 anni"
Gli alcolisti anonimi si aprono al Ticino (ma due sezioni hanno chiuso)

BELLINZONA - «Mi chiamo Chiara* e sono un'alcolista». Cominciano così, con la formula di rito, le testimonianze: quella di Chiara è una fra le tante. «Il mio primo bicchiere di Vermut l'ho mandato giù a 12 anni, tanto per provare» racconta. «A 14 anni le prime sbronze alle feste, a 16 anni mi ubriacavo tutti i weekend, a 18 mi sono affidata a un medico». Fin qui, purtroppo, niente di strano: i baby-consumatori d'alcol sono in aumento in Svizzera, il Ticino non fa eccezione, anche se pochi bussano alla porta degli Alcolisti Anonimi. Chiara ci è arrivata a 35 anni, «e la mia vita è cambiata totalmente».

Il resto è come nei film: un cerchio di persone senza nome, che parlano a turno; solo che l’atmosfera è da merenda, con tavola imbandita e cioccolatini, molto “alla ticinese”, e loro, gli «anonimi», non sono come te li aspetti. «Tutti si immaginano delle specie di barboni – scherzano – e invece...». E invece trovi la casalinga della porta accanto, il pensionato, la signora della Lugano bene. «In fondo siamo pur sempre in Svizzera», osserva Daniela*, portavoce del gruppo Alcolisti Anonimi di Lugano: «Chi viene qui, poi, in genere riesce a trovare la forza di rimettersi in carreggiata».

Il problema semmai sono i numeri (incerti, ma comunque numeri): in Ticino si stima che gli alcolisti superino il migliaio, 300mila in Svizzera; di questi, appena una cinquantina frequentano i quattro gruppi di auto-aiuto di Bellinzona, Castione e Lugano. Altri due gruppi, ad Ascona e a Locarno, hanno chiuso di recente. «Il guaio non è tanto la mancanza di persone quanto di coesione e di propositività, oltre al fatto che purtroppo non riusciamo a coinvolgere i giovani», spiega Daniela. «Purtroppo sono ancora molti i medici che storcono il naso, negli Stati Uniti i gruppi di auto-ascolto vengono proposti a chi guida in stato di ebbrezza e vengono addirittura ospitati nelle grandi aziende». Qui, invece... «Anche noi, nel nostro piccolo, stiamo prendendo contatto con alcune ditte ticinesi, per portare le nostre testimonianze anonime ai dipendenti interessati, direttamente in azienda. E vogliamo proporlo anche alla Curia di Lugano».

*nomi di fantasia

 

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