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CANTONE / SVIZZERAPiù attenzione alle minoranze linguistiche, Berna fa ammenda

18.03.14 - 12:18
Approvata tacitamente una mozione di Fabio Abate che chiede una maggiore promozione del plurilinguismo
Foto Ti-Press Gabriele Putzu
Più attenzione alle minoranze linguistiche, Berna fa ammenda
Approvata tacitamente una mozione di Fabio Abate che chiede una maggiore promozione del plurilinguismo

BERNA - I ripetuti errori nei requisiti linguistici presenti nei bandi di concorso dell'amministrazione federale non devono ripetersi. È quanto sostiene il Consiglio degli Stati che ha tacitamente approvato una mozione del Consigliere nazionale PLR Fabio Abate con la quale si chiede al governo di completare le istruzioni concernenti la promozione del plurilinguismo.

 

"Attualmente la situazione è preoccupante", ha sostenuto Didier Berberat (PS/NE). Se nell'insieme dell'amministrazione federale viene rispettata grosso modo la ripartizione linguistica, ci sono infatti sono ancora grosse differenze a livello di dipartimenti e di uffici federali, ha precisato il neocastellano.

 

Abate ha poi ricordato le interpellanze che lui stesso e Filippo Lombardi (PPD/TI) hanno depositato per segnalare i concorsi che chiedevano una perfetta padronanza del francese e del tedesco, senza menzionare l'italiano. Per il ticinese, la terza lingua nazionale è completamente dimenticata dall'amministrazione federale, la prassi non rispetta dunque le disposizioni sul plurilinguismo.

 

Per porre rimedio a questa situazione, Abate propone che nei bandi di concorso venga chiesta la conoscenza attiva di due lingue ufficiali e passiva di una terza, senza precisare quali. Inoltre, qualora nell'ufficio interessato i valori soglia di riferimento per la rappresentanza delle lingue minoritarie non siano ancora stati raggiunti, il concorso dovrebbe indicare che, a parità di competenze, viene data preferenza ai candidati di tali minoranze.

 

La mozione va al Consiglio nazionale. I "senatori" hanno poi preso atto di tre interpellanze, presentate da Abate e Lombardi, che prendono di mira i bandi di concorso pubblicati dalla Confederazione per mansioni all'interno dell'amministrazione che rispettano solo in parte, o per nulla, la legge federale sulle lingue o le istruzioni concernenti il plurilinguismo.

 

I due "senatori" ticinesi rimproverano all'amministrazione l'uso considerato discriminatorio delle locuzioni "lingua madre", "bilingue tedesco/francese", oppure di formulazioni nelle quali vengono chiaramente indicati gli idiomi richiesti (tedesco e francese, non utilizzando l'espressione più neutra di "lingua ufficiale"), senza menzionare l'italiano. Quest'ultimo viene talvolta sostituito dall'inglese.

 

Nelle sue risposte il governo ammette di non aver rispettato le prescrizioni sulle lingue ("criticato a giusta ragione" e "il bando di concorso non rispetta il principio della parità di trattamento", queste le espressioni utilizzate), dando così l'impressione che i potenziali candidati italofoni fossero tagliati fuori. In un caso c'è stato un errore nel tradurre il bando di concorso in italiano.

 

Ats

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