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HCLAndersson: “Il numero 55 con la maglia del Lugano? Un sogno che si avvera”

26.11.14 - 07:00
Il difensore dei bianconeri è giunto alla Resega due settimane fa e sta diventando un perno della retroguardia allenata anche da suo padre: “Giocare in questa squadra rende tutto più semplice”
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Andersson: “Il numero 55 con la maglia del Lugano? Un sogno che si avvera”
Il difensore dei bianconeri è giunto alla Resega due settimane fa e sta diventando un perno della retroguardia allenata anche da suo padre: “Giocare in questa squadra rende tutto più semplice”
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LUGANO - Giunto alla Resega soltanto due settimane fa, tramite lo scambio che ha portato Schlumpf a Zugo e Andersson e Bertaggia a Lugano, il giovane Calle - classe 1994 - ha sbalordito tutti: a parte il gol realizzato e i 6 assist firmati, lo svedese ha deliziato la platea bianconera con la sua sicurezza con la quale gestisce il gioco e le situazioni sulla linea blu offensiva. Capire come mai Fischer abbia deciso di schierarlo immediatamente in prima linea e in powerplay, in fondo, non è così complicato…

“È vero, mi sono trovato subito benissimo con la squadra e con l’ambiente qui a Lugano - ha esordito - e partita dopo partita le cose vanno sempre meglio. Gli allenatori mi concendono molto ghiaccio e so che devo pensare solo a giocare al meglio delle mie potenzialità e seguire le loro indicazioni”.

Già gli allenatori… Fischer sembra fidarsi a occhi chiusi di Calle, mentre l’assistant coach bianconero conosce il giovane svedese meglio di chiunque altro. “Non posso negare che la presenza di mio papà Peter sia importante: durante gli allenamenti, le partite e quando siamo a casa però è il mio allenatore, guardiamo i video, cerchiamo di capire come migliorare gli errori che commetto. Mi aiuta tantissimo, è stato un grande giocatore e quindi i suoi consigli sono preziosi”, ha spiegato il 55 del Lugano. Un numero e un cognome che uniti, non lo si può negare, fanno brillare gli occhi dei tifosi dei sottocenerini: “Sono cresciuto qui a Lugano quando mio padre vestiva questi colori e difendeva quel numero: capisco che per i tifosi possa essere qualcosa di particolare, ma posso assicurare che per me è un sogno che è diventato realtà”, ha sottolineato.

Con l’arrivo di Andersson sotto le volte della Resega il Lugano può praticamente contare su uno straniero in più; non solo per la licenza svizzera che gli permette di giocare senza problemi di nazionalità, ma soprattutto per l’apporto che lo svedese sa dare. “Sono sincero, se riesco a giocare così è perché ho dei compagni di linea incredibili - ha spiegato - Linus e Fredrik sanno aprire il ghiaccio in maniera pazzesca, a me non resta che posizionare il bastone e i dischi arrivano da soli. Pettersson poi sta facendo la nostra fortuna con tutti i suoi gol: è più facile così sia vincere che giocare bene, nonostante imporsi in questo campionato sia davvero complicato; noi abbiamo diverse armi a nostra disposizione per farlo, come per esempio il powerplay, ma se stiamo ottenendo ottimi risultati è merito di tutta la squadra”.

La squadra… in questo Lugano è difficile sentire qualche giocatore parlare al singolare, praticamente tutti fanno riferimento al collettivo. Anche questo fattore riesce a infiammare la Resega che, partita dopo partita, risponde sempre presente e spinge i bianconeri verso il successo. “Ho trovato davvero un ottimo gruppo e questo non può che farci bene… poi abbiamo dei tifosi che sono incredibili. Avevo qualche ricordo di quando ero piccolo e venivo a guardare le partite in pista; vivere quest’atmosfera stando sul ghiaccio è indescrivibile. Non c’è un match in cui i nostri tifosi non ci incitino e durante le sfide come i due derby, sono da pelle d’oca! Noi non possiamo far altro che ringraziarli”, ha concluso Andersson.

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