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SUDANEcco il testamento di bin Laden: 29 milioni per la jihad, pochi spiccioli per la famiglia

01.03.16 - 21:55
Scritto in arabo su un unico foglio a righe il documento rivela come avesse accumulato in Sudan una vera e propria fortuna
Ecco il testamento di bin Laden: 29 milioni per la jihad, pochi spiccioli per la famiglia
Scritto in arabo su un unico foglio a righe il documento rivela come avesse accumulato in Sudan una vera e propria fortuna

KHARTUM - Votato alla jihad anche dopo la morte, tanto da lasciare la sua fortuna da 29 milioni di dollari al servizio della causa. E lo mise nero su bianco nel suo testamento. Sono le ultime volontà di Osama bin Laden, il leader di al Qaeda ucciso la notte del primo maggio del 2011 da un raid americano in Pakistan.

Il testamento fa parte di una serie di documenti sequestrati dai Navy Seal dopo l'attacco al covo di Abbottabad, dove bin Laden si nascondeva, e resi noti dall'Office of the Director of National Intelligence (Odni).

Scritto in arabo su un unico foglio a righe, il testamento rivela come bin Laden avesse accumulato in Sudan, dove si era nascosto per cinque anni negli anni '90, una vera e propria fortuna, la maggior parte della quale veniva dal fratello. «Ho ricevuto 12 milioni di dollari da mio fratello Abu Bakir Muhammad Bin (Laden) - si legge del documento - per conto della Bin Laden Company for Investment in Sudan. Spero che i miei fratelli, sorelle e zie materne obbediscano al mio testamento e spendano tutto il denaro che ho lasciato in Sudan per la jihad, per il bene di Allah». Per la famiglia invece solo pochi spiccioli.

I documenti ritrovati gettano anche luce sulle preoccupazioni di bin Laden, tra cui quella di essere assassinato. Una preoccupazione che risale anni addietro all'attacco in cui rimase ucciso nel 2011. Già nel 2008, infatti, il terrorista scrisse al padre: «Se dovessi essere ucciso, prega per me».

Era anche preoccupato di essere spiato. Temeva infatti che la moglie avesse un microchip nei denti. Un timore emerso in una lettera inviata dallo stesso leader di al Qaeda ad un aiutante identificato come 'Shaykh Mahmud' in seguito ad una visita della moglie da un dentista in Iran. Nelle lettere, inoltre, si parla anche delle fratture tra la leadership di al Qaeda e il gruppo legato ad al Qaeda in Iraq, che alla fine ha portato alla creazione dello Stato islamico. Preoccupato dell'immagine pubblica della sua organizzazione, bin Laden voleva invece che il network apparisse come unito.

Ma nei documenti si prende anche gioco degli americani, e in una lettera indirizzata alla comunità islamica in generale e probabilmente scritta nel 2010, 'lo sceicco del terrore' afferma: «Siamo al decimo anno di guerra - afferma - e l'America e i suoi alleati ancora inseguono miracoli». Infine li paragona all'Unione Sovietica, in particolare agli ultimi anni dell'occupazione in Afghanistan e al ritiro finale nel 1989. «Dobbiamo pazientare ancora un po' - scrive - con la pazienza ci sarà la vittoria».
 
 

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