CANTONEPesenti e quella volta che il Governo le remò contro

BELLINZONA - "Non posso candidarmi con una parte così consistente della sezione che mi rema contro". Una frase che pesa come un macigno, ma che non convince appieno una parte dei  socialisti.  "E se ne accorge ora che una parte le rema contro?" ci ha detto qualcuno.

Patrizia Pesenti è una che ne sa qualcosa di remate contro. Il ricordo non puo' che andare a quella frenetica giornata del 17 ottobre 2003, quando l'allora consigliera di Stato, capo del Dipartimento Sanità e Socialità, fu estromessa di fatto dal Governo in cui era stata da poco brillantemente rieletta perché non voleva accettare la nuova politica dei tagli.

Il Consiglio di Stato decise di toglierle parte delle attività del Dipartimento. Con effetto immediato l'Istituto delle assicurazioni sociali passò così sotto l'autorità di Marina Masoni.  "Un attacco sovversivo gravissimo" lo definì la dirigenza del partito socialista. In Ticino la notizia suscitò scalpore e restò alla storia la grande manifestazione di solidarietà che si tenne a Bellinzona nell'ottobre di quell'infuocato autunno del 2003. In piazza scesero 5000 persone. C'era anche la sinistra radicale per solidalizzare con quella che era da essi definita la "borghese tinta di rosa".

Un attacco di cui a distanza di tempo gli attori in campo all'epoca dei fatti si pentirono, e con la razionalità e la distanza degli anni successi ammisero che avrebbero potuto evitare il copo di scena.

Il 22 ottobre tutto ritornò alla calma: Pesenti riottenne la piena funzionalità del suo Dipartimento. All'indomani dell'infelice decisione dei Governo, Patrizia Pesenti, in una conferenza stampa disse che non si sarebbe dimessa e che non aveva nulla di cui rimproverarsi. Quella volta andò avanti fregandosene di chi le remava contro. Questa volta il colpo di scena lo ha riservato lei.