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LUGANO

La Croce Rossa risponde a Balli: «Affermazioni scorrette e infondate». Licenziamenti ridotti

La CRSS ribatte alle critiche e smentisce ogni irregolarità interna: «Informazioni distorte o addirittura false»
TiPress
Fonte crss
La Croce Rossa risponde a Balli: «Affermazioni scorrette e infondate». Licenziamenti ridotti
La CRSS ribatte alle critiche e smentisce ogni irregolarità interna: «Informazioni distorte o addirittura false»

LUGANO - Dopo l'articolo comparso su Il Mattino della domenica - nel quale si alludeva a presunti raggiri commessi da una coppia (marito e moglie) all’interno della Croce Rossa sezione Sottoceneri - la Lega dei Ticinesi ha chiesto spiegazioni al Consiglio di Stato attraverso un'interrogazione firmata da Omar Balli dal titolo "Situazione imbarazzante alla Croce Rossa di Lugano? Chiarezza si impone!".

Oggi la Croce Rossa Svizzera sezione del Sottoceneri, attraverso un comunicato, risponde alle accuse, parlando di «affermazioni scorrette e infondate», tali da «recare un grave pregiudizio al nome e alla storia della CRSS».

Nello specifico, si dice che «non esiste alcuna situazione di conflitto interna». Nel concreto, la CRSS sottolinea come «il membro di direzione (MdD) indicato nell’interrogazione» fosse «contitolare, con la moglie e una terza persona, di una società di consulenza attiva dal 2020. Egli ha cessato ogni rapporto «appena entrato in servizio».

Le supervisioni, «svolte dalla moglie del MdD, sono proseguite unicamente su richiesta specifica di alcuni collaboratori che, avendo intrapreso con lei un percorso pluriennale, hanno espresso l’esigenza di garantire continuità». L’impatto finanziario delle supervisioni - quattro o cinque all’anno, «con una tariffa di 150 franchi l’ora - ammonta, per il 2025, a una cifra attorno ai 7'000 franchi, e non ai 100’000 fantasiosamente indicati».

Tutte le attività «nell'ambito della migrazione sono gestite nel rispetto del mandato cantonale che il Consiglio di Stato ha affidato a CRSS». Per la Croce Rossa «è scorretto lasciare intendere che le risorse disponibili per garantire i servizi previsti dalla legge siano liberamente a disposizione di CRSS».

Tutte le fasi della comunicazione, interna ed esterna, sull’impatto delle misure decise dal Gran Consiglio «sono state concordate con il DSS, con i rappresentanti sindacali e con la Commissione interna».

Ogni misura «che è stato necessario adottare è scaturita dall'esame di tutte le possibili opportunità di contenimento delle conseguenze. Grazie alla collaborazione del personale, del DSS e di tutte le altre istituzioni presenti sul territorio in ambito sociale, CRSS è riuscita a ridurre sensibilmente il numero dei licenziamenti rispetto alle prime proiezioni. Al termine di una complessa e dolorosa operazione di riorganizzazione, il numero dei licenziamenti ha infatti potuto essere contenuto in 13 unità - anziché le 35 previste - con la consapevolezza di non aver lasciato nulla di intentato per mitigare l'effetto di quanto deciso dalla politica».

Il comitato e la direzione di CRSS «deplorano ogni tentativo di diffusione di informazioni distorte, o addirittura false. Si tratta di attacchi e di insinuazioni privi di riscontro nei fatti, e le cui finalità appaiono lontane dall’interesse collettivo e perfino offensive guardando al lavoro quotidiano svolto con professionalità e umanità dai collaboratori di CRSS a favore delle persone più fragili».

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