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«Il servizio pubblico non si smantella»

L’Unione sindacale svizzera (USS) Ticino e Moesa si è riunita per il secondo comitato cantonale dell'anno.
USS
Fonte RED
«Il servizio pubblico non si smantella»
L’Unione sindacale svizzera (USS) Ticino e Moesa si è riunita per il secondo comitato cantonale dell'anno.

BELLINZONA - Si è tenuto mercoledì 12 novembre il secondo Comitato cantonale dell’anno dell’Unione sindacale svizzera (USS) Ticino e Moesa.

Il Comitato si è aperto con un intervento di Fabrizio Ceppi – delegato del Sindacato svizzero dei media SSM della Svizzera italiana e partecipante alla Global Sumud Flotilla – che, partendo della sua esperienza personale, ha avviato una riflessione su come sia possibile inserire la Palestina all’interno delle lotte sindacali. «Questo perché sono lotte che non si escludono, ma si intrecciano e si rafforzano: chi denuncia il genocidio in Palestina è spesso la stessa persona che sciopera per un contratto giusto, difende scuola e sanità, rifiuta razzismo e disuguaglianze. Chi ha la sensibilità di indignarsi per un’ingiustizia lontana, sa riconoscerla anche qui combatterla ogni giorno, nei luoghi di lavoro e nella vita quotidiana», si legge in un comunicato.

A seguire, il Comitato cantonale di USS Ticino e Moesa si è espresso all’unanimità contro i tagli previsti nei confronti del servizio pubblico. Per le delegate e i delegati il servizio pubblico «non è infatti una spesa superflua, ma un’infrastruttura vitale di coesione: smantellarlo pezzo per pezzo significherebbe comprimere i diritti sociali, aumentare le disuguaglianze, e precarizzare ulteriormente chi lavora nel pubblico come nel privato. In un contesto in cui, da anni, il contenimento della spesa pubblica viene riproposto come dogma, il Comitato cantonale ha deciso di riaffermare ancora una volta che la priorità deve tornare a essere la qualità della vita, il benessere della popolazione, la capacità dello Stato di rispondere ai bisogni delle persone, non la rincorsa ideologica al taglio lineare».

Per queste ragioni, il Comitato cantonale di USS Ticino e Moesa «si è opposto fermamente ai tagli previsti dal Preventivo cantonale 2026, che colpiranno duramente i servizi pubblici e parapubblici, portando a un deterioramento ormai insostenibile dei servizi fondamentali, un ulteriore peggioramento delle condizioni di lavoro, una continua erosione del potere d’acquisto e, in definitiva, un grave danno per l’insieme della popolazione del nostro Cantone».

Il Comitato si è detto a favore della manifestazione promossa dai sindacati VPOD, OCST e SIT in favore dei servizi pubblici e parapubblici, prevista il 29 novembre 2025 alle ore 14:00 a Bellinzona.

Le delegate e i delegati del Comitato cantonale hanno ribadito anche «la necessità di esprimere un chiaro e convinto NO all’iniziativa anti-SSR “200 franchi bastano”, che sarà sottoposta al voto popolare l’8 marzo 2026. Tale proposta, se accettata, metterebbe seriamente in pericolo l’esistenza stessa della RSI e, più in generale, del servizio pubblico radiotelevisivo in Svizzera».

Infine, l’USS Ticino e Moesa «stigmatizza il ruolo e l’agire antisindacale della presidente dell’Associazione del personale lacuale e terrestre della Società di navigazione del lago di Lugano, Natalia Ferrara, che attualmente ricopre anche la carica di membra supplente per l’ASIB presso il Comitato nazionale dell’USS. I delegati e le delegate ticinesi ritengono inammissibile che Ferrara ricopra questa funzione e al contempo si faccia soggetto attivo di sostegno a pratiche antisindacali e di delegittimazione del ruolo e del lavoro di altre federazioni dell’Unione sindacale».

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