Il commento dell'avvocato Paolo Bernasconi sulla doppia nomina odierna di Alvaro Camponovo e Luca Losa a nuovi procuratori pubblici.
BELLINZONA - Alla fine Alvaro Camponovo (in quota Lega) e Luca Losa (in quota Ps) sono riusciti a spuntarla. Il primo è stato eletto al secondo turno con 32 voti su 87. Mentre Losa è diventato procuratore pubblico con 49 voti al primo turno. Le polemiche e le discussioni emerse durante gli scorsi giorni in merito alle nomine presentate dalla Commissione giustizia e diritti non hanno impedito l'elezione in Gran Consiglio dei due nuovi procuratori pubblici scelti per sostituire le partenti Pamela Pedretti e Marisa Alfier.
Fine dei giochi? Nemmeno per sogno. La seduta odierna era già stata anticipata da molte discussioni e soprattutto da una lettera firmata da 10 ex procuratori allarmati per i nomi presentati dalla Commissione.
L'avvocato ed ex procuratore pubblico Paolo Bernasconi, giocando in anticipo, aveva già annunciato questa mattina l'intento di presentare ricorso al Tribunale federale qualora le nomine venissero confermate. Detto e fatto. «Le condizioni materiali per un ricorso sono soddisfatte perché è stato violato il regolamento del Gran Consiglio riguardante il funzionamento della commissione di selezione», ci ha spiegato l'avvocato, poco dopo l'annuncio delle tanto discusse elezioni.
«Bisogna aggiornare l'esame della questione procedurale relativa alla legittimazione, cioè chi è legittimato a presentare ricorso? I candidati che si sono presentati e non sono stati eletti, oppure i candidati che si sono ritirati il giorno prima? O ancora, spetterà a un gruppo parlamentare o a una cittadina o un cittadino qualunque?». Una questione, quella della legittimazione che non verrà risolta a breve. «Non è qualcosa che si risolve in due secondi».
Bernasconi si spinge però oltre alle questioni tecniche. «La Commissione parlamentare giustizia e diritti venerdì scorso, ha ritenuto interessante ascoltare il procuratore italiano antimafia Pietro Grasso. Se il procuratore antimafia Grasso avesse saputo cosa aveva appena complottato la Commissione “giustizia e diritti” non si sarebbe nemmeno presentato all’invito di venerdì scorso, visto che questo intrallazzo è proprio contrario ai principi per i quali ha rischiato la vita con tanti suoi colleghi», ha concluso l'avvocato.