Il consigliere di stato Norman Gobbi è intervenuto a Mendrisio, mentre il municipale Tiziano Galeazzi nella sua Lugano.
CANTONE - Norman Gobbi - «Federalismo, democrazia diretta, neutralità: sono i valori-guida della Svizzera». Malgrado il difficile contesto internazionale attuale la Svizzera deve proteggere i valori che la distinguono. È quanto sottolineato dal consigliere di stato ticinese Norman Gobbi durante il discorso, pronunciato a Mendrisio, per la celebrazione della Festa nazionale. «Sono le fondamenta che ci permettono di essere stati, di essere oggi e – lo spero con tutte le mie forze – di essere domani quello che siamo come svizzeri e come ticinesi: espressione di una minoranza linguistica e culturale che viene riconosciuta a pieno titolo nel contesto federalista elvetico».
Il fil rouge del discorso di Gobbi è stato la necessità di creare una discussione attorno all'interpretazione del principio di neutralità. Un principio che è stato riportato al centro del dibattito nazionale a seguito dello scoppio della guerra in Ucraina. Gobbi ha espresso in particolare i suoi dubbi sulla decisione del Consiglio federale di aderire alle sanzioni dell’Unione europea contro la Russia. «Condanniamo l’aggressione e l’aggressore. Questo è giusto farlo. Questo si deve fare. Si tratta però di riuscire a mantenere una libertà assoluta di fronte a un conflitto».
«Personalmente ritengo che importanti passi compiuti dal nostro Consiglio federale in questo specifico quadro internazionale siano stati affrettati e pericolosamente in contrasto con il concetto elvetico di neutralità» ha spiegato Gobbi. «La neutralità rafforza la posizione della Svizzera nel contesto internazionale. La rende, come la storia ci dimostra, unica e rispettata. Indebolire questo valore significa indebolire la Svizzera su tutti i piani, anche su quello economico» ha concluso il consigliere di stato, auspicando di poter continuare a difendere e mantenere l'unicità del Paese.
Tiziano Galeazzi - Anche il municipale di Lugano Tiziano Galeazzi è intervenuto questa sera in Piazza Riforma durante le celebrazioni della festa nazionale. In un contesto internazionale difficile come quello attuale, Galeazzi ha ricordato i meriti del nostro Paese: «La Svizzera, e anche la nostra Lugano, si sono dimostrate capaci di far valere il motto che caratterizza il nostro Paese e che viene celebrato nella giornata del 1°agosto: Uno per tutti, tutti per uno».
Il discorso non poteva non soffermarsi sul tema della neutralità. «La nostra Patria non deve cedere a lusinghe esterne, mettendo in dubbio la propria neutralità e integrità che la contraddistingue da un paio di secoli: dal 1815 dopo il Congresso di Vienna».
Galeazzi ha sottolineato in seguito la generosità della popolazione che, malgrado il difficile momento storico, ha risposto presente ai molti appelli di aiuto provenienti dall'Ucraina. «Moltissimi luganesi hanno aperto le porte delle loro case per accogliere cittadini ucraini in fuga dal conflitto: una generosità esemplare. La nostra città - e ce ne eravamo già accorti nei mesi più duri della pandemia – ha un grande cuore».
Il focus dell'intervento del municipale di Lugano si è spostato poi su un altro tema a lui molto caro: i giovani. «Il dato che ha maggiormente attirato la mia attenzione è stato il saldo tra gli arrivi e le partenze dei giovani attinenti di Lugano. Un saldo purtroppo negativo». Galeazzi si è detto convinto che la popolazione sia la vera ricchezza di una città, in particolare la popolazione giovane. «Le istituzioni devono assumere un ruolo decisivo nel riuscire a trattenere i nostri ragazzi e a incentivare il ritorno di quelli che sono partiti».
La necessità di sviluppare l'offerta formativa ricalca la convinzione della città di dedicare una maggiore attenzione alle giovani generazioni. «È necessario orientare la formazione di tutti i livelli di scuola nel nostro Cantone, verso le reali esigenze del mercato del lavoro locale». In questo senso la digitalizzazione, secondo il municipale, non può venire in secondo piano. «La digitalizzazione è una delle leve che ci permetterà di colmare il ritardo dell’economia ticinese rispetto a quella del resto della Svizzera, ma pur sempre senza lasciar alle spalle coloro che ancor oggi non si sentono sicuri a cavalcare l’evoluzione dell’informatica» ha concluso Tiziano Galeazzi.