Al Municipio di Lugano vengono rivolte alcune domande (e alcune critiche)
LUGANO - Non appena, durante l’autunno dello scorso anno, è diventata pubblica l’intenzione di ARL di vendere il deposito di Viganello, affinché un privato lo abbattesse e ci costruisse un complesso alberghiero e di appartamenti di 7 piani, sono piovute reazioni di politica e società civile. Tutte tese a conservare l’edificio degno di protezione.
Il Municipio di Lugano, resosi conto della sensibilità della faccenda, per voce del suo municipale Angelo Jelmini ha tentato di calmare gli animi, comunicando al Consiglio Comunale di aver «deciso di incaricare i propri servizi di intraprendere uno studio preparatorio per elaborare eventualmente una zona di pianificazione: uno strumento che servirebbe a evitare che la pianificazione in allestimento sia ostacolata da un uso del territorio in contrasto con il suo indirizzo».
Di recente l'’Ufficio della natura e del paesaggio ha preavvisato negativamente la domanda di costruzione del complesso residenziale e alberghiero progettato sul terreno delle ARL a Viganello per il suo impatto sulla zona. Il progetto non rispetterebbe le disposizioni della Legge sullo sviluppo territoriale.
Alla luce di ciò, per alcuni consiglieri comunali risulta «sorprendente» l’intenzione del Municipio di Lugano di pensare a un tentativo di conciliazione fra il Cantone e il gruppo immobiliare promotore del palazzo di 7 piani. Conciliazione che, generalmente, «ha lo scopo di promuovere uno scambio di opinioni che possa portare ad eventuali accordi e al ritiro di opposizioni o preavvisi negativi per evitare lunghi contenziosi in ambito ricorsuale».
Per questo motivo, Nicola Schoenenberger e Danilo Baratti (I Verdi), Simona Buri e Raoul Ghisletta (PS), Sara Beretta Piccoli e Giovani Albertini (MTL) e Urs Lüchinger (PLR) hanno deciso di presentare un'interpellanza. E chiedono: