Cerca e trova immobili
CANTONE

Don Leo, le motivazioni e l'appello (quasi certo)

Il documento di 210 pagine è stato inviato lunedì alle parti
TIPRESS
Don Leo, le motivazioni e l'appello (quasi certo)
Il documento di 210 pagine è stato inviato lunedì alle parti

BELLINZONA - Le parti del processo a carico di don Rolando Leo, l'ex cappellano del Collegio Papio di Ascona, hanno ricevuto nella giornata di lunedì il verdetto di primo grado con le relative motivazioni. Un incarto di 210 pagine, come riferisce laRegione, nel quale viene spiegato cosa ha indotto la Corte delle Assise criminali, presieduta dal giudice Amos Pagnamenta, a giudicare il sacerdote colpevole - stando all'atto d'accusa - di reati sessuali su quattro minorenni e cinque maggiorenni nel periodo tra il 2015 e il 2024.

La pena è di 18 mesi, sospesi con la condizionale, con un periodo di prova di due anni. La procuratrice pubblica Valentina Tuoni, che in aula ha definito don Leo «spregiudicato e affetto da un senso di impunità», sarebbe intenzionata a ricorrere in appello. Non sarebbe la sola: anche i legali di vari accusatori privati (gli avvocati Claudia Solcà, Felice Dafond e Filippo Gianoni) avrebbero preso la stessa decisione, dopo aver consultato i rispettivi clienti.

Dalle carte emerge come la Corte abbia «ritenuto adeguata alla colpa di Rolando Leo la pena detentiva di 18 mesi», che aveva suscitato non poche perplessità nell'opinione pubblica e che, lo ricordiamo, è più bassa perfino di quella richiesta dal suo difensore, l'avvocato Marco Masoni, che aveva chiesto 36 mesi. La Corte ha messo nero su bianco che don Leo «ha agito per soddisfare le sue pulsioni più basse, creando situazioni in cui avrebbe potuto entrare in contatto fisico con i giovani. Ha agito in danno di più giovani, sull’arco di svariati anni, ciò che palesa pure la sua propensione a delinquere». Con il suo modo di agire «ha tradito la fiducia dei giovani che venivano a lui affidati, delle loro famiglie, ma pure della collettività in quanto sacerdote e insegnante. Da considerarsi poi il concorso di reati».

Entra nel canale WhatsApp di Ticinonline.
Naviga su tio.ch senza pubblicità Prova TioABO per 7 giorni.

Sappiamo quanto sia importante condividere le vostre opinioni. Tuttavia, per questo articolo abbiamo scelto di mantenere chiusa la sezione commenti.

Su alcuni temi riceviamo purtroppo con frequenza messaggi contenenti insulti e incitamento all'odio e, nonostante i nostri sforzi, non riusciamo a garantire un dialogo costruttivo. Per le stesse ragioni, disattiviamo i commenti anche negli articoli dedicati a decessi, crimini, processi e incidenti.

Il confronto con i nostri lettori rimane per noi fondamentale: è una parte centrale della nostra piattaforma. Per questo ci impegniamo a mantenere aperta la discussione ogni volta che è possibile.

Dipende anche da voi: con interventi rispettosi, costruttivi e cortesi, potete contribuire a mantenere un dialogo aperto, civile e utile per tutti. Non vediamo l'ora di ritrovarvi nella prossima sezione commenti!
NOTIZIE PIÙ LETTE