Il veicolo che ha condotto alla morte i due è il principale sospettato. Analizzato anche il video che li ritrae poco prima della tragedia
COMO - Si vanno moltiplicando le testimonianze che confermerebbero il malfunzionamento pregresso di quel suv Mercedes che, nella tarda serata di sabato, si è lanciato nel lago conducendo alla morte i suoi due passeggeri: un pilota bergamasco 38enne e un'ex impiegata canturina di 45 anni. Un problema che a quanto pare si verificava soprattutto durante la fase d'accensione.
Anche l'ex fidanzata del 38enne ha rilasciato (al Corriere della Sera) dichiarazioni in questo senso: «Mi aveva raccontato che in garage aveva provato più volte ad accendere l’auto, ma non partiva. Poi, a un certo punto, si è accesa. Lui stesso mi aveva detto che avrebbe dovuto sentire la Mercedes, ma non so se l’abbia fatto oppure no. Sul momento non ci avevo dato peso». Una testimonianza, questa, che va ad aggiungersi a quella della sorella dell'uomo, secondo cui l'auto «presentava problemi con l'accensione».
A rafforzare ulteriormente l'ipotesi del guasto c'è inoltre una segnalazione, rilasciata alla polizia da un possessore della stessa auto. Il veicolo, secondo quanto dichiarato, si sarebbe messo in moto da solo scattando in avanti e finendo contro un muro. Un po' come sembra essere accaduto con il suv posteggiato in quel parcheggio di viale Geno, partito di colpo verso la ringhiera posta a pochi metri, sfondandola e precipitando nel lago.
Mentre procedono gli interrogatori si vanno scartando le piste meno probabili, come quella dell'atto volontario, che inizialmente sembrava invece l'unica possibile. Anche perché, come riporta il portale QuiComo, le ultime immagini di alcune telecamere poste fuori dal ristorante in cui avevano cenato i due, li riprendono poco prima dell'incidente sereni e a braccetto. L'ultimo abbraccio è stato filmato attorno alle 22:17. Da lì a pochi minuti si sarebbe consumata la tragedia.