Sul raggiro indagano i carabinieri di Menaggio: identificati già tre responsabili. Ecco da dove è partita l'indagine.
COMO - Lo scoop giornalistico è firmato dal quotidiano Il Giorno. E la scoperta fa drizzare i capelli, soprattutto perché a essere protagonista è nuovamente Como, città a un passo dal Ticino e che si professa a vocazione turistica - avendone tutte o quasi le carte in regola, intendiamoci - ma che poi, per la "furbizia "di pochi rischia di perdere appeal e simpatia.
In questo senso ci si ricorda bene di quanto già avvenuto questa estate, quando alle cronache era rimbalzata la foto dello scontrino di un bar di Gera Lario che si era fatto pagare un extra (2 euro) per un piattino in più, conseguente al taglio di un toast.
Ebbene adesso arriva un'altra brutta figura - oltre che "gatta da pelare" - soprattutto per i protagonisti della truffa appena scoperta, quella relativa ai biglietti dei bus sulla tratta panoramica tra Como e Menaggio.
I fatti.
Secondo quanto riporta il quotidiano oltreconfine, gli autisti degli autobus dell'azienda, che svolge il trasporto pubblico nella provincia lariana, chiedevano prezzi maggiorati ai turisti, per lo più stranieri, e alle persone non del luogo che non conoscono i reali costi del trasporto locale.
Ecco che nelle tasche degli autisti finivano cifre "extra" intorno ai 300/400 euro a settimana. Un'azione truffaldina non senza conseguenze, visto che i protagonisti del raggiro ora si trovano a dover fare i conti con una «denuncia per peculato ai danni dello Stato».
A indagare sono infatti i Carabinieri della stazione di Menaggio, che hanno già identificato almeno tre dei responsabili. Ma ci si aspetta che il cerchio si allarghi.
I sospetti.
L'inchiesta è nata da quanto hanno dichiarato ai controllori alcuni passeggeri che, trovati senza biglietti, avevano fatto verbalizzare di avere però correttamente pagato il biglietto all'autista. Da qui la società di trasporto si è insospettita e ha poi voluto vederci chiaro.
Ma le prove più schiaccianti, in mano agli investigatori, sarebbero poi arrivate dalle registrazioni delle telecamere di sicurezza, poste alle spalle del guidatore.
Proprio dove gli autisti incassavano dai 3 agli 8 euro per ciascun ticket, salvo metter tutto nelle proprie tasche e - nella maggior parte dei casi - senza rilasciare nessun biglietto.
Altre volte, come ricevuta, veniva invece data ai turisti la matrice di biglietti annullati, oppure pezzi di carta privi di alcun valore.
Le cifre.
Quanto agli importi "estorti" ai malcapitati, in un caso è stata richiesta la cifra di 30 euro per una tratta che da tabella prevedeva invece il prezzo di soli 5 euro. Ma si speculava anche su resti inesatti.
I militari dell'Arma stanno ora mettendo la parola fine a questa brutta storia, individuando chi ha approfittato indebitamente dell'"assalto" dei turisti al lago di Como, avvenuto nella lunga stagione estiva appena conclusa, a cavallo tra maggio e ottobre.