Il Ticino si allinea infatti agli altri cantoni. Le sigarette elettroniche saranno parificate a quelle tradizionali
De Rosa: «L'obiettivo è quello di attualizzare la legge alle nuove tendenze legate al fumo e rafforzare la protezione dei giovani e dei non fumatori»
BELLINZONA - Svolta in arrivo per gli "svapatori". Il Ticino si allinea infatti agli altri cantoni andando nella direzione del divieto di vendita delle sigarette elettroniche e prodotti affini per i minori.
Ma non solo, il fumo di questi prodotti sarà vietato negli spazi chiusi accessibili al pubblico o sul luogo di lavoro (se presenti più persone). In sostanza, «le e-cig vengono parificate alle sigarette tradizionali», come sottolineato dal Direttore del Dipartimento della sanità e della socialità Raffaele De Rosa.
Non è un caso che l'annuncio della modifica della Legge sanitaria sia arrivato oggi, in occasione della Giornata mondiale senza tabacco. «L'obiettivo è quello di attualizzare la legge alle nuove tendenze legate al fumo e rafforzare la protezione dei giovani e dei non fumatori».
«Impatto enorme» - Quello di portare la sigaretta alla bocca, ha ricordato De Rosa, non è un gesto banale, «ha un impatto ambientale enorme e porta a più morti giornaliere del consumo droga, Aids, incidenti e suicidi messi assieme».
De Rosa ha ricordato inoltre l'importanza nel sensibilizzare sui nuovi prodotti del tabacco emersi negli ultimi anni. «I giovani sono la categoria che meno riconosce la pericolosità delle sigarette elettroniche e soprattutto del tabacco riscaldato. Queste lacune - ha aggiunto - hanno un impatto sulla salute».
E il mercato, purtroppo, non rema certo a favore di questa sensibilizzazione, anzi. «È vivace e in costante evoluzione. Questi prodotti "tirano" anche grazie al marketing che ispira uno stile di vita sano, quando così non è».
«Immagine salutare, ma che così non è» - La grande industria del tabacco, insomma, sta riuscendo nuovamente a ricostruirsi un'immagine più salutare. «In passato lo aveva già fatto con le sigarette al mentolo, o con la vendita di filtri per diminuire il danno da fumo. Peccato che la mortalità e la morbilità abbiano continuato ad esserci» è intervenuta quindi Martine Bouvier Gallacchi, capo Servizio di promozione e valutazione sanitaria.
Il marketing punta ai giovani - Numeri alla mano, l'esperta ha mostrato come - nonostante il calo dei fumatori iniziato dagli anni '90 - ad oggi vi sia ancora uno zoccolo duro di tabagisti che in Ticino corrisponde al 32% della popolazione sopra i 15 anni. «Ma che sale al 43,6% tra i giovani dai 15 ai 24 anni». E la differenza la fanno anche la sigarette elettroniche. «Prodotti che sui social spopolano attraverso youtuber e influencer, veicolo di messaggi destinati ai ragazzi».
Le sigarette elettroniche fanno davvero meno male? Bouvier Gallacchi non si sbilancia, ma spiega: «Gli aromi contenuti sono spesso alimentari, mai testati per l'inalazione. Poi è spesso contenuta nicotina, che crea dipendenza. Infine ci sono le sigarette che non bruciano, ma riscaldano tabacco. È vero che la quantità di sostanze nocive prodotte sono inferiori. Ma non abbiamo dati scientifici indipendenti che permettano di dire che il rischio di sviluppare malattie mortali diminuisca nella stessa misura».
L'esperta invita all'attenzione: «La cosa più grave è che l’industria del tabacco riconosce il rischio, ma lo descrive come "ridotto". Insomma, il messaggio veicolato è quello di voler sostituire la sigaretta tradizionale, quasi fossero partner di chi lavora per la salute pubblica. Ecco, non lo saranno mai. Non abbiamo gli stessi scopi».