Una fattura di 270 euro nel 2017, per transiti non pagati. E poi un'altra recente, ma che copre ancora lo stesso anno.
L'indignazione dell'automobilista: «Non contesto i pagamenti, ma l'assenza di trasparenza e la scarsa comunicazione da parte della società autostradale». La replica: «Capita, anche spesso»
LUGANO / VARESE - Attraverso il sito, tramite l'app, oppure mediante telepass. I modi per pagare l'autostrada Pedemontana (l'unica in Italia priva di casello autostradale) sono molteplici. Va detto che, chi non lo sa, nonostante la cartellonistica posta all'ingresso del tratto autostradale, potrebbe non accorgersi del fatto che questi sia a pagamento. E rischia così di vedersi recapitare a casa la cartella da pagare da parte di un'agenzia di riscossione crediti.
È accaduto al grigionese N.V. che, nel 2018, ha trovato nella cassetta della posta una richiesta di pagamento per ben 270 euro. Tutti relativi a transiti del 2017 non saldati. L'automobilista, lungi dal voler fare il furbo, paga la fattura e considera chiuso il suo debito con Pedemontana.
Così fino a poco tempo fa. A fine giugno di quest'anno, infatti, la stessa agenzia di riscossione crediti si fa sentire nuovamente. Ancora una volta per il pagamento dei passaggi sulla Pedemontana. Insomma, l'automobilista è recidivo. Ma non in malafede. Tanto che, anche questa fattura viene saldata. Senza nascondere alcune perplessità. Sulla cartella compaiono, oltre ad alcuni transiti non effettuati nel 2019, anche dei passaggi relativi al 2017. Periodo che l'automobilista pensava fosse interamente stato saldato con la cartella ricevuta due anni prima.
«Pedemontana rimanda ad altri» - Contattare la società Pedemontana non lo aiuta particolarmente: «Mi sarei aspettato una risposta appropriata, e anche più tempestiva - sottolinea l'automobilista -. Non evasiva come invece hanno fatto, invitandomi a richiedere le fotografie dei mancati pagamenti a un'altra società (quella della riscossione crediti n.d.r). Fatto per altro che non è il nocciolo della questione da me posta».
Il cuore della questione, per l'indignato grigionese, sta nella gestione contabile di Pedemontana. «La prima fattura sembrava coprire tutto il 2017. L'ultimo transito risaliva al 23 dicembre. Ed ecco che nel 2020 compaiono passaggi precedenti non pagati. Mi sarei aspettato una spiegazione "tecnica" di questo disservizio e non una risposta evasiva come quella ricevuta», conclude.
Gli altri rimandano a Pedemontana - Per fare chiarezza su questa strana faccenda abbiamo contattato l'agenzia che si occupa della riscossione crediti per Pedemontana, tale GE.RI. con sede a Milano. La risposta da loro ricevuta non è delle più chiare, ma almeno tenta di spiegare l'accaduto. Secondo GE.RI., Pedemontana potrebbe aver diviso i diversi pagamenti non corrisposti in differenti "cartelle". «Perché questi transiti del 2017 siano finiti in quest'ultima cartella... lo sanno solo loro», spiega una signorina al telefono. Che aggiunge: «Capita anche spesso, ma per maggiori delucidazioni occorre chiedere a Pedemontana». Insomma, il gatto che si morte la coda.