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CANTONEMichele Egli condannato a vent'anni di carcere

18.05.18 - 08:53
Per la Corte l'uccisione di Nadia Arcudi fu un assassinio. L'accusa puntava alla detenzione a vita, la difesa ai quindici anni
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Per la Corte l'uccisione di Nadia Arcudi fu un assassinio. L'accusa puntava alla detenzione a vita, la difesa ai quindici anni

LUGANO - La colpì con una bottiglia di vetro. Poi la strangolò con una sciarpa. L’uccisione di Nadia Arcudi fu un assassinio. E il 43enne Michele Egli è stato condannato a vent’anni di carcere. Lo ha deciso la Corte delle Criminali di Mendrisio, riunita a Lugano e presieduta dal giudice Amos Pagnamenta. «La colpa dell’imputato è di estrema gravità: ha agito per futili motivi, ossia per una discussione che non voleva sentire».

Sono stati confermati i reati principali ipotizzati nell’atto d’accusa: sia quelli relativi al fatto di sangue sia quelli per le malversazioni ai danni della SUPSI. L'imputato è stato prosciolto dalla truffa per una raccolta di fondi sospetta che aveva organizzato e da furto per «la sottrazione di lieve entità» dal borsellino della vittima.

La procuratrice pubblica Pamela Pedretti aveva chiesto il carcere a vita, facendo leva sulla mancanza di scrupoli nell’agire di Michele Egli. «Ha ucciso una persona a cui voleva bene come a una sorellina, una persona con cui aveva un ottimo rapporto. Per futili motivi» aveva detto. Secondo la procuratrice l’imputato aveva infatti reagito all’accusa della vittima di non sostenerla a sufficienza in una questione relativa all’assegnazione della casa di famiglia a Stabio. Per la Corte il carcere a vita non poteva però essere considerata, poiché «manca la premeditazione».

Per la difesa, rappresentata dagli avvocati Maria Galliani e Luca Marcellini, si doveva invece parlare di omicidio intenzionale. Nel loro intervento avevano affermato che nell’agire di Michele Egli non vi sarebbero stati gli elementi caratterizzanti dell’assassinio: nessuna mancanza di scrupoli e nessuna premeditazione. «Quella sera l’imputato si è trovato confrontato con una Nadia che non collimava nemmeno lontanamente con l’immagine che lui alimentava da anni. Per lui era crollato un mito. E l’ha uccisa sul momento».

18:20

Con la condanna di Michele Egli si è dunque concluso il processo per il delitto di Stabio. Grazie per aver seguito il live di tio/20 minuti.

17:59

La pena: «Vent'anni di carcere per Michele Egli».

17:58

Giudice: «La reclusione a vita non può entrare in considerazione, poiché manca la premeditazione».

17:56

«Dal profilo soggettivo, la colpa di Egli è ritenuta di estrema gravità: ha agito con dolo diretto» così il giudice.

17:53

Giudice: «La colpa di Egli è oggettivamente gravissima».

17:51

La Corte ha confermato l'assassinio.

17:49

Anche per quanto riguarda le modalità, si parla di perversione. «La vittima è morta in modo atroce» così il giudice.

17:47

Per quanto riguarda lo scopo, si rileva che Egli voleva innanzi tutto far tacere la vittima (colpendola con la bottiglia) e poi evitare che la cognata raccontasse quanto accaduto (strangolandola con la sciarpa). «Non poteva nemmeno tollerare che la vittima stessa sapesse quello che le aveva fatto».

17:45

Giudice: «La reazione di Egli è quindi stata scatenata da una semplice discussione. Il suo gesto è quindi stato dal punto di vista morale inammissibile, assolutamente futile. Ciò dimostra l'egoismo dell'autore che voleva solo porre fine a una discussione che non voleva sentire».

17:44

Giudice: «Secondo la descrizione di Egli, all'origine del fatto vi sarebbero le accuse rivoltegli dalla vittima e le discussioni sul valore della casa di famiglia».

17:39

La Corte considera come confermati i fatti descritti dall'atto d'accusa. Si tratta di stabilire se si sia effettivamente trattato di assassinio.

17:37

Giudice: «Michele Egli è un maestro del travestimento ed elabora facilmente scuse».

17:36

Giudice Pagnamenta: «Gran parte degli istanti che hanno preceduto il reato si conosce soltanto sulla base delle dichiarazioni dell'imputato. Imputato la cui credibilità è nulla».

17:34

Si passa dunque alla principale imputazione: l'assassinio.

17:33

Confermata l'approvazione indebita per i soldi sottratti alla SUPSI. Ma solo per il periodo ammesso dall'imputato (quindi a partire dal 2005, non dal 2003).

17:32

Per quanto riguarda la truffa, la Corte non può stabilire che i fatti  relativi alla raccolta di fondi non siano andati come raccontati dall'imputato. Prosciolto quindi da questo reato.

17:30

Prosciolto dal furto per aver sottratto dei soldi dal borsellino della vittima, poiché si trattava di un furto di lieve entità (si trattava di meno di venti franchi).

17:28

Confermato il reato di messa in circolazione e propaganda di apparecchi d'ascolto, di registrazione del suono e delle immagini per l'acquisto e il possesso di microcamere che l'imputato aveva nascosto nel proprio bagno.

17:26

Prende la parola il giudice, dichiarando che l'atto d'accusa è stato solo parzialmente confermato.

17:24

Le porte si sono aperte.

17:03
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16:58

Manca poco al verdetto. I membri della Corte sono entrati adesso in aula. Nell'atrio restano in attesa le parti, il pubblico e i giornalisti. Anche stasera sono molte le persone presenti.

10:06

Ora la Corte si ritira per prendere la decisione finale. La sentenza è attesa a partire da stasera alle 17.

10:05

L'ultima parola all'imputato Michele Egli: «Mi dispiace moltissimo per la cosa orribile che ho fatto a Nadia, per averle tolto tutto quello che aveva. E mi dispiace per il dolore che ho dato a tutti i familiari».

10:02

Se la Corte dovesse invece optare per il reato di assassinio, la difesa ritiene audeguata una pena di diciassette anni.

09:54

Considerando tutti gli elementi per la commisurazione della pena, tra cui anche una scemata imputabilità di grado lieve, la difesa auspica una condanna a quindici anni di carcere per omicidio intenzionale.

09:51

Per la difesa, lo ribadisce Marcellini, si deve parlare di omicidio intenzionale, non di assassinio. «Un omicidio intenzionale di questa gravità deve presupporre una pena base di sedici anni».

09:48

Nella commisurazione della pena, sottolinea l'avvocato Marcellini, vanno considerati dei punti fermi: «L'uccisione della cognata è un gesto improvviso; il movente può essere ricercato solo nella descrizione dei fatti fornita dall'imputato, quindi non c'è motivo di discostarsi dalle valutazioni del perito».

09:39

Non riuscendo a identificare un movente, la via da percorrere è una sola, secondo l'avvocato Marcellini: «Ascoltare Michele Egli, che è l'unica persona che può fornire una spiegazione. E valutare tale spiegazione». Un lavoro, questo, fatto dalla procuratrice pubblica. «E anche dal perito». Pertanto il legale sostiene di non comprendere le motivazioni della Corte, che ha criticato la perizia psichiatrica.

 

09:31

Secondo l'avvocato difensore non sarebbe riscontrabile nemmeno una motivazione psichiatrica.

09:28

L'avvocato Marcellini: «Possiamo chiederci se Michele Egli sia un personaggio violento, che non controlla l'impulsività. Ma non c'è un solo episodio che possa attestarlo, tutte le persone a lui vicine lo definiscono come una persona mite e tranquilla».

09:26

«Non si trova una motivazione del gesto nemmeno nel rapporto che c'era tra l'imputato e la vittima» afferma l'avvocato difensore.

09:24

Marcellini: «L’accusa ha sondato il movente economico, quello sessuale o legato alla gelosia. Ma nessuno di questi risulta essere alla base di quanto successo».

09:23

«La dinamica materiale è chiara: Michele Egli ha colpito la cognata Nadia Arcudi con una bottiglia e poi l’ha strangolata con una sciarpa. La modalità come tale non ci dice però nulla sul movente, sul senso di questo atto omicida» così Marcellini.

09:18

L'avvocato Marcellini ricorda che nella commisurazione della pena per un delitto ci si muove tra i cinque anni di detenzione e il carcere a vita. «Ci si muove definendo la gravità della colpa, considerando quindi in particolare il movente e l'intensità della volontà delittuosa».

09:12

Marcellini: «Nel processo penale vanno messi da parte gli aspetti umani: si ha la necessità di accertare i fatti e di fissare una pena giusta».

09:08

La Corte, le parti e l'imputato hanno preso posto in aula. Il dibattimento si riapre. La parola passa all'avvocato difensore Luca Marcellini.

08:48

Si apre a breve quella che è la giornata conclusiva del processo nei confronti del 43enne Michele Egli, accusato di assassinio per aver ucciso la cognata Nadia Arcudi. La Corte è presieduta dal giudice Amos Pagnamenta. L’accusa è sostenuta dalla procuratrice Pamela Pedretti. L’imputato è difeso dagli avvocati Maria Galliani e Luca Marcellini.

08:47
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