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Il convivente della donna morta lunedì sera ammette di aver avuto una discussione ma nega di averla uccisa. Il suo arresto è stato confermato
BELLINZONA - «Ha scavalcato il parapetto e si è gettata nel vuoto». È il racconto fornito ieri agli inquirenti dal 35enne eritreo durante gli interrogatori di ieri. L'uomo, accusato dell'omicidio della compagna di 24 anni, morta dopo essere caduta dal sesto piano di una palazzina di via San Gottardo a Bellinzona, nega quindi di aver buttato di sotto la convivente, uccidendola.
Ma c'è di più. Come anticipato dalla RSI, il 35enne rifugiato, oltre a respingere le accuse di omicidio, respinge pure la versione del litigio prima che avvenisse il dramma. L'uomo sostiene che quella sera vi sia stata solamente una semplice discussione.
Ma questa versione non convince gli inquirenti, capeggiati dal procuratore pubblico Moreno Capella. Un vicino di casa sostiene infatti di aver visto la coppia litigare furiosamente sul balcone prima della tragedia. Il testimone oculare, tornato a svolgere le proprie faccende di casa, non ha però assistito alla scena culminante. Quella che ha causato il volo dal sesto piano e la morte della donna.
Il procuratore pubblico, ad ogni modo, ha chiesto al giudice dei provvedimenti coercitivi di confermare l'arresto dell'uomo.
