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LUGANO«Spizhavka è l’unico che si gira e se ne va»

16.09.16 - 12:41
L’avvocato Mario Bazzi ha chiesto che Yehven Spizhavka venga assolto dalle accuse di assassinio, omicidio, aggressione e omissione di soccorso
tipress
«Spizhavka è l’unico che si gira e se ne va»
L’avvocato Mario Bazzi ha chiesto che Yehven Spizhavka venga assolto dalle accuse di assassinio, omicidio, aggressione e omissione di soccorso

LUGANO - «È il prototipo dell’uomo dell’est: ha un carattere e un modo di presentarsi molto freddi, questo non vuol dire che egli non provi delle emozioni». Così Mario Bazzi ha descritto il suo cliente, Yeheven Spizhavka, 27 anni, svizzero di origini ucraine, chiedendo per lui l’assoluzione dai reati legati a via Odescalchi (ha ammesso, invece, alcune incriminazioni legate allo spaccio di droga). La procuratrice pubblica, invece, aveva proposto una condanna a 18 anni e 6 mesi.

Il capo? - Bazzi contesta il fatto che Spizhavka sia stato indicato come leader del gruppo composto dai cinque imputati. La mente pensante che organizza e decide le mosse. «Non ha mai preso l’iniziativa», contesta Bazzi. «Non ha mai minacciato nessuno, non ha preso contatto con il gruppo rivale, non conosceva la vittima, addirittura non conosceva Lupulescu fino a quella sera».

Le registrazioni - La centralità dello svizzero-ucraino, secondo la difesa, è legata alle prove in mano agli inquirenti: l’uomo ha fatto ritrovare il proprio telefono, con tanto di registrazioni di tutte le sue telefonate. «Queste permettono di zoomare sul ruolo del mio cliente». Solo se dipinto come capo, il suo cliente potrebbe essere chiamato a rispondere di correità in assassinio: «Altrimenti l’accusa cade completamente».

Nessuna spedizione punitiva - Anche secondo la difesa di Spizhavka, il trasferimento a Chiasso non è legato a nessun intento punitivo. Prima del mancato incontro a Lugano, infatti, c’erano state molte telefonate, c’era molta tensione. Andando in via Odescalchi, invece, tra le due macchine non vi sono state chiamate: «Non comunicano proprio quando la situazione si fa incandescente?», ha chiesto retoricamente Bazzi. In più, per andare a picchiare o uccidere, i quattro non si sarebbero portati un semi-sconosciuto come Lupulescu. Infine, Spizhavka ha dato appuntamento a Lugano a un amico a un orario che gli avrebbe permesso di rimanere a Chiasso giusto il tempo per un drink.

Il punto di estrazione - Durante tutto il dibattimento si è accusato di Spizhavka di aver parcheggiato la sua Bmw X5 in modo che fosse pronta per la fuga. No, ribatte Bazzi, «L’ha messa così solo perché, avendo un appuntamento a Lugano, voleva andarsene subito». Un parcheggio che, secondo la difesa, sarebbe stato inadatto anche dal punto di vista strategico: «Se, in gergo militare, devo scegliermi un punto di estrazione, non lo scelgo dove si scatenerà l’azione, bensì distante».

«Fermi, fermi» - Quando in via Odescalchi la situazione stava precipitando, Spizhavka avrebbe gridato: «Fermi, fermi». Questa tesi difensiva, sarebbe confermata anche da un altro imputato, Guimaraes. In più, ha detto Bazzi, il suo cliente è il primo a girarsi per allontanarsi ancor prima degli spari. «Questi solo elementi oggettivi che dimostrano che Spizhavka non ha avuto nessun ruolo negli eventi che hanno portato alla morte della vittima. Egli era presente, ma coi fatti ha dimostrato di volersi dissociare. È l’unico che si gira e se ne va».

L’abbandono - Anche l’aver abbandonato lo sparatore a Chiasso è un indizio di come lo svizzero-ucraino si sia distanziato da ciò che era avvenuto. Un abbandono, secondo il difensore, non avvenuto dopo i fatti, ma già durante, quando l’imputato ha capito cosa stava per succedere. «La semplice presenza sul posto non può essere usata per determinare la correità e nemmeno la complicità».

Assoluzione - Per questi motivi, Mario Bazzi ha chiesto l’assoluzione del suo cliente dai reati di assassinio, subordinatamente omicidio, subordinatamente aggressione, e anche l’eventuale complicità in questi. Anche per l’omissione di soccorso, il difensore contesta le accuse: l’imputato, sia per essere fuggito per primo, che per i suoi movimenti successivi, non poteva aver visto la vittima ferita in fondo alla rampa del parcheggio.

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