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CANTONE“Arrestato mentre andava al battesimo della nipotina”

05.05.15 - 21:00
Nuovi dettagli sull’arresto del luganese Filippo Dollfus
“Arrestato mentre andava al battesimo della nipotina”
Nuovi dettagli sull’arresto del luganese Filippo Dollfus

LUGANO-MILANO -  Sapeva di rischiare. Ma ci è andato lo stesso. Non voleva mancare al battesimo di una nipotina e aveva preso tutte le possibili precauzioni: telefonate ingannevoli per depistare gli intercettatori, poi i telefonini spenti. E la scelta del valico di Chiavenna, incustodito dopo le 20.00. Ha attraversato il confine nella notte tra il 25 e il 26 aprile scorso Filippo Dollfus, il 66enne luganese arrestato a Milano due settimane fa con l’accusa di associazione a delinquere finalizzata al riciclaggio. Il giorno dopo i famigliari – tra cui il figlio, 42enne luganese anche lui indagato nella stessa inchiesta – lo aspettavano per la cerimonia. Ma lo aspettavano anche due pattuglie della Guardia di Finanza: a nulla è valso un primo – timido - tentativo di fuga in auto, alla vista dei gendarmi.

Per amore della famiglia - “Sapevamo che si trattava di un appuntamento importante e abbiamo deciso di tentare” ci spiega il capitano Stefania Quarta della Guardia di Finanza di Busto Arsizio: “La famiglia di Dollfus non aveva rivelato ai genitori della nuora i problemi giudiziari dell’arrestato, e la sua latitanza familiare era difficile da giustificare con impegni lavorativi in un’occasione come quella, tra l’altro in un giorno festivo”. Poco prima di partire Dollfus “si era inoltre premurato di telefonare ad amici per parlare di fasulli impegni in Svizzera per il giorno dopo, in modo da depistarci. Ma abbiamo deciso di tentare lo stesso”.

Gli affari a Lugano - “Ho scelto io di venire, non sentitevi in colpa” avrebbe detto il 66enne alla moglie al momento dell’arresto, proprio sotto la sua abitazione milanese nei pressi del Castello Sforzesco. Qui Dollfus mancava dal 2013, da quando cioè erano partite le indagini varesine; qui il finanziere era solito ricevere i suoi facoltosi clienti che “arrivavano fino da Roma per incontrarlo” fino a due anni fa. Poi gli incontri si erano spostati sul Ceresio, negli uffici di due fiduciarie gestite sempre da lui, mentre il figlio faceva da appoggio a Milano.

Due rogatorie a Lugano - Sul caso, conferma il Ministero Pubblico della Confederazione, a Lugano erano arrivate già due rogatorie nelle settimane precedenti l’arresto. Prima che si aprisse un’inchiesta da questa parte del confine, però, è arrivato il battesimo.

 

 

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