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BIASCAEx dipendenti Sterilizzazione dell’EOC accusano: "Noi vittime di mobbing e licenziamenti"

08.10.14 - 19:22
Ma il direttore Antonio Di Iorio respinge le accuse: "Facciamo tutto il possibile per aiutare il personale"
Foto d'archivio (Tipress)
Ex dipendenti Sterilizzazione dell’EOC accusano: "Noi vittime di mobbing e licenziamenti"
Ma il direttore Antonio Di Iorio respinge le accuse: "Facciamo tutto il possibile per aiutare il personale"

BIASCA - C’è chi si è licenziato perché non riusciva più a sostenere troppi turni di lavoro notturno, c’è chi invece è stato licenziato dopo un anno, in attesa di concludere una formazione specifica, e c’è chi non lavora più da quando ha presentato un certificato, previsto dalla legge, per non effettuare il turno di notte dopo i 50 anni. Sono solo alcuni casi relativi all’ambiente di lavoro presso i Servizi Centrali di Biasca dell’EOC (per la precisione presso la Sterilizzazione), che si occupano del servizio di lavanderia e di quello di sterilizzazione per gli ospedali. Da una segnalazione giunta in redazione e da successive testimonianze (con nomi noti alla redazione), sembra che il clima che si respira a Biasca da un po’ di tempo non sia proprio idilliaco. Otto persone sono andate via negli ultimi mesi, qualcuno è stato licenziato, qualche altro è andato via per “situazioni insostenibili”.

Alcuni casi e Mobbing - “Io sono stato costretto a licenziarmi. Questo lo chiamo mobbing, loro lo chiamano forse in un altro modo. Ero tra le persone che facevo più turni di notte e quando ho chiesto di farne meno, la richiesta mi è stata rifiutata. Dopo alcuni mesi non ce l’ho fatta e ho avuto un esaurimento psicofisico. Il mio dottore mi ha consigliato di fermarmi”, ci spiega un ex dipendente che aggiunge: “Altro caso di mobbing o di pressione sul lavoro? Un ausiliario, padre di famiglia, è stato costretto a licenziarsi, in quanto man mano gli hanno tolto ore di lavoro con l’obiettivo di portarlo al 30% e fargli un contratto su chiamata”. Di mobbing parla anche un altro ex, che è stato licenziato. “È un clima di terrore quello che si respira alla Sterelizzazione. Le ultime persone che hanno assunto nell’ultimo anno si sono licenziate o sono state licenziate. C’è mobbing a tutto spiano, ti mettono in condizione che non puoi dire nulla, anche tra i colleghi per esempio c’è la massima sfiducia”. E poi qualcuno fa riferimento alla formazione. I Servizi Centrali prevedono dei corsi di formazione per chi non ha una qualifica in modo da ottenere un certificato di idoneità per lavorare in quel comparto. “Io sono stato lasciato a casa dopo la scuola medico-tecnica. L’esame scritto l’ho passato, ma quello orale è andato male, ma non sono stato l’unico. Non mi hanno dato la possibilità di rifarlo e sono stato licenziato, dopo aver lavorato e studiato però per un anno. Altri invece seppure non abbiano superato l’orale, continuano a lavorare. Sono padre di famiglia e mi hanno lasciato a casa”.

Tra i casi più recenti quello di due persone mandate via, dopo aver portato un certificato per non effettuare il turno di lavoro di notte, consentito per legge a chi ha più di 50 anni.

Malessere - Seppure ogni caso sia una storia a sé e le ragioni della fine del rapporto di lavoro possono essere diverse a seconda di chi le riferisce (ex dipendenti o Ente), quello che è importante sottolineare è la situazione di malessere all'interno del Centro a diretta dipendenza dell’Ente Ospedaliero Cantonale. Le testimonianze individuano alcuni responsabili di questo malcontento, per esempio i nuovi quadri o i capiturno: “I capiturno, soprattutto donne, sono persone che hanno iniziato come tutti gli altri, quindi colleghi, e che poi si sono visti promossi. Diventare capoturno all’interno della Sterilizzazione è equivalente a essere Gesù Cristo in terra”.

Il direttore respinge le accuse - Antonio Di Iorio, direttore del Servizio Sterilizzazione dell’EOC respinge tutte le accuse, nonostante si dice consapevole di una situazione di disagio che, comunque, - precisa – riguarda soltanto situazioni puntuali, pochi casi sui 130 collaboratori che conta il servizio. “Non abbiamo nulla da nascondere – ha continuato Di Iorio - specificando che le prime manifestazioni di disagio sono coincise con l’inizio del turno fino alle 2 del mattino. “Poi un anno e mezzo fa è stato introdotto il lavoro 24 ore su 24 e in alcune persone questo nuovo orario ha creato qualche problema”. Problemi di cui Di Iorio era consapevole, in quanto fisiologici su un organico di oltre 130 persone e di cui si è fatto carico, coinvolgendo tutti i dipendenti: “Abbiamo discusso la riorganizzazione dei turni con la commissione interna, con i due rappresentanti sindacali dell’OCST e del VPOD. Insieme abbiamo cercato delle soluzioni condivise tra le esigenze dell’aziende e del personale. I collaboratori si sono espressi, attraverso una votazione, il tipo di turnistica che andava loro meglio”.

Di Iorio, poi, assicura il massimo impegno da parte dell’azienda per trovare delle soluzioni adatte a chi non può affrontare i turni notturni. “Si cerca in tutti i modi di un possibile ricollocamento del collaboratore, come è già avvenuto in passato. Vi sono stati, infatti, collaboratori che sono passati dal servizio sterilizzazione al servizio lavanderia, dove non ci sono turni di 24 ore. Negli altri casi in cui non siamo in grado di ricollocare il collaboratori perché non ci sono postazioni libere vi è un’ultima possibilità, ossia la disdetta del contratto di lavoro. Decisione che non viene presa a cuor leggero, perché, ripeto, noi tentiamo di  tutte le soluzioni  possibili”. “In tutti i casi – precisa Di Iorio - c’è chi lavora in sterilizzazione e non fa il turno di notte, come per esempio alcune signore”.

"Ma quale mobbing?" - Infine l’accusa di mobbing, che Di Iorio respinge in tutti i modi. “Noi facciamo tutto il possibile per aiutare il personale e il mobbing non lo vogliamo e non deve assolutamente succedere. Tanto è vero che, al nostro interno, abbiamo un gruppo d’intervento chiamato “Gridi”, dove ogni istituto ha due o più rappresentanti del personale formato da uno psicologo e dal nostro responsabile delle risorse umane per prendere a carico problemi del genere. Il personale è stato informato sulle possibilità che ha di denunciare qualora vi fosse una sensazione di mobbing. La segnalazione fa scattare un’analisi da parte delle risorse umane, che con l’ausilio di uno psicologo esterno,  ha l’obiettivo di andare a correggere le situazioni e capire il malessere. Fino ad oggi questo non c’è stato. Il personale ha tutte le vie possibili, all’interno dell’EOC di annunciare problemi del genere”. Stiamo facendo tutto il possibile per aiutare il personale. E i sindacati lo possono confermare”.

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