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LOCARNO

Achille Costacurta: «In Ticino ho ritrovato la luce»

Il figlio di dell'ex campione del Milan Billy e Martina Colombari, racconta la sua lotta contro l’ADHD e le dipendenze, ma soprattutto della sua rinascita, a un passo da Locarno.
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Fonte One More Time / Corriere della Sera
Achille Costacurta: «In Ticino ho ritrovato la luce»
Il figlio di dell'ex campione del Milan Billy e Martina Colombari, racconta la sua lotta contro l’ADHD e le dipendenze, ma soprattutto della sua rinascita, a un passo da Locarno.

LOCARNO - Una storia di malattia e sofferenza, che trova il suo lieto fine in Ticino. È quella di Achille Costacurta, figlio dell'ex calciatore del Milan Billy Costacurta e della showgirl Martina Colombari. La vita del 21enne è da giorni al centro dell'attenzione mediatica, specie ora che mamma Martina partecipa allo show di Milly Carlucci, "Ballando con le stelle".

Proprio mentre l'ex Miss Italia è impegnata a provare i suoi balli per la prima serata del sabato di Rai1, Achille partecipa al Podcast di Luca Casadei, "One More Time", dove racconta la sua infanzia, le droghe, il tentato suicidio a 15 anni e mezzo, la malattia,«gli eccessi», «i Tso» e la rinascita. Quella che - si scopre - arriva grazie a una clinica ticinese, eccellenza nella cura psichiatrica privata.

Nella clinica di Orselina... - Achille, a cui in Ticino a maggio dello scorso anno viene diagnosticato l'ADHD (Disturbo da Deficit di Attenzione/Iperattività), disturbo del neurosviluppo, caratterizzato da disattenzione, iperattività e impulsività, racconta per la prima volta a Luca Casadei la propria svolta ticinese. Nella clinica di Orselina il figlio della Colombari spiega che, a causa dei battiti accelerati del cuore anche da fermo, viene accolto con un «se fossi stato fuori altri dieci giorni saresti morto». Sono proprio i medici a prenderlo nel modo giusto: «Se vuoi drogarti c’è la strada, puoi fare quello che vuoi. Se invece hai bisogno di una mano, noi ti aiutiamo».

La luce ritrovata - Oggi al Corriere della Sera Achille ribadisce che «nella clinica Santa Croce ho incontrato medici, che mi hanno aperto gli occhi su tante cose. Psichiatri che definirei giganti». Al quotidiano milanese spiega inoltre che i medici ticinesi hanno saputo «conquistare la mia fiducia», tanto che al momento di scegliere se andare in ospedale in Italia o tornare a Orselina - «dove ero già stato in passato (...) ero depresso e dovevo essere pulito» -, il figlio d'arte decide di tornare dagli psichiatri che così bene lo avevano curato e grazie ai quali è tornato a «vedere la luce».

Una rinascita che continua oggi, in un percorso continuo di cura e guarigione, senza più droghe però, tra l'affetto dei suoi genitori a Milano e quello dei nonni a Riccione.

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