Pioggia, sole e coleottero: ecco com'è stata l’annata viticola 2025

La Sezione dell’agricoltura del Dipartimento delle finanze e dell’economia (DFE) e l’Interprofessione della Vite e del Vino Ticinese (IVVT) commentano i risultati della vendemmia.
BELLINZONA - Nel complesso della Svizzera italiana, la stagione viticola appena conclusa è risultata leggermente più mite rispetto alla norma (+1.0 °C), in particolare grazie alle temperature primaverili che si sono protratte fino a inizio luglio.
Lo comunicano questa mattina la Sezione dell’agricoltura del Dipartimento delle finanze e dell’economia (DFE) e l’Interprofessione della Vite e del Vino Ticinese (IVVT) commentano i risultati della vendemmia 2025.
L’ondata di caldo tra metà giugno e inizio luglio ha rappresentato il periodo con gli scarti termici positivi più marcati, mentre il resto dell’estate non ha mostrato differenze rilevanti in termini di temperatura.
Le precipitazioni sono state abbondanti e superiori alla media in tutto il Cantone. «A differenza della distribuzione solitamente osservata, si è verificata una tendenza inversa, con accumuli decrescenti verso nord. Il surplus ha superato i 600 L/m² nel Mendrisiotto, oltre 300 L/m² nel Luganese e tra 100 e 150 L/m² nelle regioni a nord del Ceneri». In particolare i mesi di maggio, agosto e settembre hanno contribuito in modo determinante a tale eccesso. Nel Mendrisiotto, l’accumulo combinato di agosto e settembre ha superato di oltre 400 L/m² la media pluriennale.
Nonostante la maggiore piovosità, «il soleggiamento è risultato comunque superiore alla norma, con un avanzo di circa 100 ore nelle zone centro-settentrionali fino al Luganese e poco inferiore nel Mendrisiotto. I mesi più soleggiati sono stati maggio e giugno, seguiti da agosto in misura minore».
Il germogliamento si è verificato in linea con quanto osservato negli ultimi tre anni. La fioritura è risultata più precoce, simile a quella del 2022. Le condizioni termiche favorevoli fino a inizio luglio hanno determinato una marcata precocità fenologica, con l’inizio dell’invaiatura poco dopo la metà di luglio, in linea con le annate più calde e precoci. Le precipitazioni durante la fioritura hanno determinato tassi di allegagione più bassi del consueto. La maturazione è stata molto precoce nei distretti a nord del Ceneri e meno pronunciata in quelli meridionali, probabilmente per via di un maggior carico produttivo e degli effetti di defogliazione causati dal coleottero giapponese.
Le temperature, generalmente nella norma tra agosto e settembre, unite a precipitazioni elevate, hanno rallentato la maturazione e favorito un importante ingrossamento degli acini. Non si sono registrati danni da gelo primaverile e le grandinate sono state poche e localizzate, interessando in particolare il Luganese.
La vendemmia del Merlot ha preso avvio nella prima settimana di settembre nelle zone più precoci del Bellinzonese e del Locarnese, mentre nel Luganese, nel Mendrisiotto e nelle valli è iniziata verso la metà del mese.
Aspetti fitosanitari
Le precipitazioni generalmente abbondanti rispetto alla media durante il periodo vegetativo della vite hanno determinato un’elevata pressione di peronospora con l’apparizione delle prime macchie d’olio nella prima metà del mese di maggio. Le piogge hanno però lasciato spazio a intervalli soleggiati e asciutti che hanno agevolato l’esecuzione dei necessari trattamenti fitosanitari e hanno permesso di contenere efficacemente la progressione della malattia fino alla fine del mese di luglio. Successivamente, il finale di stagione particolarmente piovoso ha permesso alla peronospora di ripresentarsi in modo abbondante sulla parete fogliare, soprattutto nei vigneti del Sottoceneri.
Anche il “black rot” che, come la peronospora, necessita di piogge e umidità per il suo sviluppo, è apparso in alcune parcelle di ibridi e viti americane compromettendone in parte la produzione. In alcune aree viticole ha fatto la sua comparsa l’antracnosi, una malattia ritenuta secondaria ma che in annate favorevoli al suo sviluppo e senza un’adeguata protezione fitosanitaria può diffondersi rapidamente causando danni produttivi.
In generale, la pressione di oidio è stata moderata e la malattia è stata controllata efficacemente con piani di trattamento sufficientemente performanti.
Le abbondanti piogge cadute nel mese di giugno nel Sopraceneri si sono concentrate quasi esclusivamente nella settimana tra il 2 e l’8 del mese, durante la fase di fioritura/allegagione. Ciò ha portato, soprattutto nel Locarnese e nel Bellinzonese, ad abbondante colatura e riduzione del potenziale produttivo.
Il coleottero giapponese
È invece da segnalare un aumento considerevole della presenza del coleottero giapponese (Popillia japonica) quale organismo di quarantena prioritario ai sensi dell’ordinanza sulla salute dei vegetali, la cui lotta è coordinata sia a livello federale che internazionale. Nonostante le misure messe in atto negli ultimi anni dal Servizio fitosanitario cantonale, di concerto con il Servizio fitosanitario federale, a causa del suo carattere estremamente invasivo ha continuato a espandersi verso nord.
«Allo stato attuale non è ragionevole pensare all’eradicazione dell’insetto, motivo per cui la strategia di lotta prevista con la Confederazione è orientata al contenimento della sua diffusione. La Confederazione è responsabile della definizione delle zone delimitate e delle misure adeguate contro il pericolo di diffusione dell’organismo». Per questo motivo l’Ufficio federale dell’agricoltura (UFAG) ha emanato una decisione generale per impedire la diffusione della Popillia japonica nei Cantoni Ticino, Vallese e Grigioni che contiene una serie di misure da attuare nei diversi settori interessati. L’emergenza precoce dell’insetto, il numero elevato di individui e il perdurare dell’infestazione fino a fine luglio hanno reso difficoltosa la protezione dei vigneti infestati e in alcune parcelle sono stati constatati danni significativi alla produzione.
Qualità e quantità di uve Merlot: confronto annuale e decennale
L’annata viticola 2025, così come quella passata, è stata contrassegnata da condizioni difficili.
Rispetto all’anno precedente sono state consegnate circa 500'000 kg di uve Merlot in meno, con una gradazione media inferiore di circa 0.5 °Brix. Rispetto alla media degli ultimi dieci anni, le uve Merlot consegnate sono invece state inferiori di circa 1.3 milioni di kg.
Nella Svizzera italiana la vendemmia 2025 ha prodotto complessivamente 4'787'534 kg di uva, di cui 3'670'643 kg di uve Merlot, con una gradazione media di 20.74 °Brix (86.27 °Oe), escluse le uve Merlot annunciate alle cantine per la vinificazione in bianco (BdN, Blanc de Noir), che ammontano a 304'028 kg con una gradazione media di 19.92 °Brix (82.61 °Oe).
Si ricorda che la gradazione media determinante per i prezzi (vedi sotto) considera esclusivamente le uve Merlot destinate alla produzione di vino commerciale con gradazione superiore a 18 °Brix e non annunciate come BdN.




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