La direttrice dello zoo al Maglio risponde alle critiche di un video diventato virale su TikTok che attacca la struttura ticinese.
NEGGIO - In Svizzera interna sta facendo molto discutere un video apparso su TikTok e diventato presto virale che accusa lo zoo al Maglio di Neggio di essere «il peggior zoo» di tutto il paese. Animali chiusi in gabbia, poco cibo, recinti troppo piccoli, «uno zoo dell’orrore» insomma. Chi ha registrato il video si chiede addirittura «come le autorità possano permettere una situazione del genere».
Accuse mosse contro la struttura ticinese che la direttrice Sabina Fehr, da noi contattata, ha rigettato con forza. «Non rispondo ai titoli, ognuno ha la sua opinione personale, noi abbiamo 50 mila visitatori all’anno che dicono il contrario». A dar particolare fastidio alla direttrice è l’incompetenza di chi ha voluto screditare lo zoo ticinese. «Chi ha girato il video, non è un esperto in materia».
A Neggio si trovano infatti molti animali abbandonati che sono stati presi in cura dallo zoo. C’è chi è stato “scaricato” dal circo oppure chi in Ticino ha trovato un rifugio quando i suoi padroni si erano ormai stancati di lui. «Dobbiamo interrogarci sul perché così tanti privati tengono animali esotici per poi abbandonarli quando devono andare in vacanza, oppure quando diventano troppo costosi e difficili da gestire», ha sottolineato la direttrice. Una tendenza preoccupante contro cui lo zoo lotta da anni.
L’avvicinarsi dell’estate e il profumo delle vacanze corrispondono purtroppo a un'ondata di abbandoni. «Capita ancora troppo spesso. Soprattutto prima delle ferie veniamo inondati da richieste». Non sempre la risposta dello zoo è positiva. «Non abbiamo i mezzi per accettare tutti. Abbiamo le capacità per accogliere determinati animali. Non possiamo sovraccaricare le nostre strutture per accontentare i clienti».
Un problema cruciale che si combatte anche con la sensibilizzazione. «Sono dinamiche che si ripetono e che richiedono un’informazione competente che spesso manca a chi vende gli animali». La vicinanza con l’Italia non aiuta. «Le nostre difficoltà sono legate anche alla prossimità con il confine. In Italia non c’è una legge per la protezione degli animali come in Svizzera. Spesso i clienti italiani ci chiedono “come posso acquistare una scimmia e portarla a casa?”. «È qualcosa di assolutamente scioccante da non fare».
Difficoltà che non impediscono però a 50mila visitatori all’anno, tra curiosi e scolaresche, di uscire da una giornata trascorsa allo zoo con il sorriso, contrariamente da quanto emerge dal video. Il 2024 rappresenta inoltre un anno particolare per la struttura ticinese. Lo zoo spegne infatti 50 candeline. «Non mancheranno attività e iniziative sull'arco di tutto l’anno per ogni genere di pubblico », ci ha confermato la direttrice.