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LUGANOContro la lentezza della Magistratura arriva la Gara di sveglie

03.04.24 - 19:01
Domani, in piazza, si terrà la manifestazione organizzata dal collettivo "T'aspetto fuori".
Collettivo T'aspetto fuori
Fonte Collettivo T'aspetto fuori
Contro la lentezza della Magistratura arriva la Gara di sveglie
Domani, in piazza, si terrà la manifestazione organizzata dal collettivo "T'aspetto fuori".

LUGANO - L'obiettivo? Destare (metaforicamente) dal torpore una giustizia ticinese definita «la bella addormentata nel bosco». Con questo spirito domani, giovedì 4 aprile, alle 18, in piazza Riforma a Lugano il collettivo "T'aspetto fuori" ha messo a punto una manifestazione contro la lentezza della Magistratura, descritta come «debole, prodotto della più miope delle politichette, che la signora Aldi ben rappresenta in parlamento».

«È ora dunque di suonare la sveglia» annunciano i promotori, che dopo l'incontro alle 18 in piazza s'incammineranno verso il Palazzo di Giustizia in via Bossi. Alle 18.30, il corteo si dirigerà verso il pretorio e, alle 18.55, suoneranno le sveglie (anche «le melodie del telefonino vanno benissimo»). «Bistrattato dalla politica - si legge nella nota - oggi ci ritroviamo con un sistema giudiziario incapace di trasmettere quel senso di sicurezza che ogni cittadino meriterebbe».

La condanna penale «deve essere severa e certa; questa è condizione che permette a un sistema giudiziario di essere credibile. Noi abbiamo la sensazione che in Ticino questo non sempre accada. L’impressione è quella che oggi sia la magistratura a decidere quali incarti aprire e quali no. Ci troviamo in una situazione in cui il Parlamento decide le leggi e la magistratura decide quali applicare (e contro chi applicarle)».

Questo è possibile perché «la politica è in altre faccende affaccendata» e i responsabili dei vari settori giudiziari non osano disturbarla. È plateale, e questo non contribuisce ad abbassare il sentimento d’insicurezza che vive la popolazione. Noi cittadini pretendiamo che i magistrati si facciano dare dalla politica quello di cui necessitano per lavorare. E oggi andiamo a dirglielo. Anzi! A svegliarli».

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