Contrario alla decisione assunta a Parigi, è il presidente della sezione Ticino dell’Automobile Club Svizzero, Simone Gianini.
BELLINZONA - Parigi ha deciso. I possessori di Suv, se vorranno sostare in centro, dovranno mettere mano al portafoglio e non per cercare delle monete. Un’ora di sosta potrà costare anche 18 euro. E mentre all’ombra della Torre Eiffel tale decisione presa per favorire anche l’ambiente è realtà, in Svizzera, a livello politico, se ne comincia a parlare. Contrario al riguardo il presidente della sezione Ticino dell’Automobile Club Svizzero, Simone Gianini.
«Oltre a osservare che la super-tassa è stata accolta in via consultiva da una maggioranza risicata, soltanto del 6% degli aventi diritto di voto e nemmeno a quelle latitudini può quindi dirsi plebiscitaria, essa costituisce a nostro giudizio una disparità di trattamento eccessiva e illiberale. Infatti, non solo questa o altre misure simili mirano a limitare fortemente la libera scelta dei cittadini sul mezzo da acquistare, ma – volendo colpire un tipo di veicolo, in questo caso quelli di peso superiore a 1600 chilogrammi – non tengono conto di chi ha l’esigenza di doverne disporre, come ad esempio le famiglie numerose che ovviamente non possono muoversi con automobili di piccole dimensioni».
E così ecco che «non avendo quale scopo nemmeno la protezione dell’ambiente (ne sono ugualmente colpite anche le automobili ibride e quelle elettriche, non invece veicoli più piccoli ma molto più inquinanti), esistono semmai altre misure per evitare che in zone particolarmente delicate, ad esempio di un centro storico, non circolino automobili, indipendentemente dal loro peso o dimensione», spiega sempre il presidente Gianini.
«Posso immaginare che se lo scopo dichiarato dalla sindaca di Parigi fosse anche quello di contrastare l’attuale movimento - si pensi alle manifestazioni degli agricoltori in Francia, ma non solo - contrario a posizioni ecologiste, il risultato sarà quello di un ulteriore aumento della distanza tra le parti, che spero non avvenga anche alla nostre latitudini», conclude.