Per il DFF la nuova intesa, che sostituisce quella del 1974, contribuisce al «mantenimento dei buoni rapporti tra i due Paesi».
BERNA - È entrato in vigore due giorni fa - il 17 luglio - l'Accordo sull’imposizione dei frontalieri con l'Italia che era stato approvato da Roma lo scorso 4 maggio. Secondo il Dipartimento federale delle finanze (DFF) questa nuova intesa che sostituisce un accordo vecchio di quasi cinquant'anni (era del 1974) «migliora notevolmente l’attuale regolamentazione sull’imposizione dei lavoratori frontalieri» e «contribuisce al mantenimento dei buoni rapporti tra i due Paesi».
In cosa consiste per i nuovi... - Nello specifico, il nuovo accordo prevede che la Svizzera trattenga l’80 per cento dell’imposta alla fonte regolarmente prelevata sul reddito dei nuovi frontalieri - ovvero coloro che inizieranno a lavorare in Svizzera dopo il 17 luglio 2023 - i quali saranno tassati in via ordinaria anche in Italia.
E per i vecchi... - Ai frontalieri che lavorano o che hanno lavorato in Ticino, in Vallese o nei Grigioni tra il 31 dicembre 2018 e il 17 luglio 2023 si applica invece un regime transitorio. «Queste persone - spiega il DFF - continueranno infatti a essere imposte esclusivamente in Svizzera, la quale verserà ai comuni italiani di confine, fino all’anno fiscale 2033, una compensazione finanziaria del 40 per cento dell’imposta alla fonte».
Le modifiche definitive sull'ordinanza sull'imposta alla fonte per quanto attiene all’imposizione dei lavoratori frontalieri italiani entreranno in vigore il primo gennaio 2024.