Il piccolo paese è orgoglioso della riapertura dell'unico negozio. Le voci degli abitanti: «Punto di riferimento anche per i villeggianti».
DALPE - «Siamo solo in due, ma tutto quello che riusciamo, lo prendiamo qui». Alessandro abita nella casa di fianco. Bretelle e occhi chiari, mostra la sua soddisfazione per la riapertura, dopo svariati mesi, della “Botea da Dalp”, unico negozio, punto di riferimento storico del paese e dei suoi 200 abitanti (circa). «Sono contento - aggiunge - il tempo di chiusura è stato pesante».
E, a questo proposito, è stato proprio l’affetto della comunità del piccolo nucleo della Leventina, e l’impegno di alcuni suoi componenti costituiti in una cooperativa, a consentirne la ripartenza, avvenuta ufficialmente il 3 giugno.
«Abbiamo riaperto dopo 8 mesi con una grande festa per i cittadini e i simpatizzanti» Spiega Prisca Fransioli, componente della cooperativa. «A metà ottobre - continua - dopo che la precedente gerente era andata in pensione, il municipio ha indetto una giornata informativa per vedere come procedere per il negozio poiché nessuno voleva continuare». A quel punto, diversi abitanti hanno fondato una cooperativa, raccolto i soldi (circa 80’000 franchi), messo a punto un piano economico e portato a termine gli interventi di manutenzione necessari. «Soddisfatti? - precisa - Per il momento sì. Peraltro, il 75% delle case a Dalpe sono residenze secondarie, cioè dei villeggianti, qui in paese affettuosamente chiamati “beca aria”».
Oltre a Fransioli, l’amministrazione della società è composta da Michele Bertini (presidente), Luca Fransioli (vicepresidente), Davide Lurati, Linda Croci e
Luca Giumelli. Tutti i membri hanno un lavoro e svolgono l’attività in maniera volontaria e non retribuita. «Siamo tutti neofiti - premette Giumelli - Abbiamo predisposto un sondaggio per chiedere alle persone le loro preferenze. Una volta raccolti i risultati, abbiamo fornito il negozio con i prodotti, privilegiando quelli della zona, formaggi compresi». Si trova davvero di tutto, dal bene di consumo ai prodotti vegani, dal pane (su richiesta) alla gastronomia. «Gli articoli più di “nicchia” - aggiunge Giumelli - stanno avendo un buon successo. Ovviamente, cerchiamo di non spendere troppi soldi e stiamo attenti a non scialacquare. Non miriamo a fare grossi utili, così riusciamo a mantenere i prezzi competitivi». Inoltre, tutto il paese ha dato il suo prezioso contributo: «Per esempio - continua - gli scaffali e il bancone sono stati fatti da noi». Una volta terminata l’alta stagione, c’è un bel progetto per l’inverno: «Abbiamo pensato che un’apertura di 24 ore poteva essere una buona idea. I soci avranno a disposizione una tessera, mentre chi vorrà solo fare la spesa potrà usare un “qr code”».
Inoltre, la società ha presentato una richiesta di finanziamento, in fase di valutazione all’Ente regionale di sviluppo Bellinzonese e Valli. «Questa - è la conclusione dei due - è l’occasione per ringraziare chiunque abbia partecipato. Abbiamo avuto pure diversi sponsor che ci hanno aiutato».