La classe 4C del Liceo di Lugano 1 ha raccolto il sostegno della popolazione contro l’espulsione Dublino verso la Grecia di due giovani curdi siriani in Ticino da un anno e mezzo
LUGANO - Nel pomeriggio di oggi la classe 4C del Liceo di Lugano 1 si è recata a Bellinzona dove ha consegnato le firme raccolte a favore di una famiglia curda siriana che rischia di essere espulsa dalla Svizzera.
Gli studenti hanno scritto una lettera al presidente del Consiglio di Stato per la «revoca delle decisioni di espulsione» per tutti i componenti della famiglia. «La nostra domanda - si legge nella petizione che ha fatto seguito alla lettera - può essere legalmente soddisfatta dalle Autorità svizzere facendo applicazione della clausola umanitaria prevista dall’art.17 del Regolamento III di Dublino che, nel caso concreto, si giustifica allo scopo di garantire il rispetto del principio internazionale e costituzionale dell’unità della famiglia».
La famiglia è composta da 7 persone, che hanno lasciato la Siria a causa della guerra, attraversando Turchia, Grecia, Italia e Germania. I due figli più grandi , di 18 e 19 anni, rischiano di essere rimandati in Grecia dove sono stati registrati come rifugiati politici.
L’accordo d’associazione a Dublino è applicato in Svizzera dal 12 dicembre 2008. Lo spazio Dublino comprende 32 Stati che applicano regole unitarie per determinare lo Stato competente per l’esecuzione della procedura d’asilo. Secondo i regolamenti, ogni domanda d’asilo è trattata da un solo Stato Dublino: il primo stato in cui un rifugiato si registra ufficialmente è tenuto a indagare sul tragitto seguito per arrivare fin lì e rimandarlo nel primo paese in cui è entrato. Cosa poco gradita sia al rifugiato – che viene espulso dal paese in cui voleva chiedere asilo – sia al paese “di frontiera” che si trova a dover gestire la sua domanda.
«Chiediamo il rispetto dell’obbligo di assistere chi è nel bisogno - si legge ancora nella petizione - e il divieto di espulsione in un paese, la Grecia, in cui oggi i rifugiati, specialmente se soli e di giovane età, rischiano un trattamento inumano (artt.12 e 25 cpv.3 della Costituzione federale svizzera)».
Nel fine settimana sono state raccolte oltre 1'100 firme online e circa 520 cartacee.
I primi firmatari: Beat Allenbach, già corrisp del Tages Anzeiger; Gloria Bernasconi, assistente private banking; Paolo Bernasconi, dr.h.c.prof., già Decano del CICR; Sandro Bianconi, docente; Rosa Butti,docente; Renato Cabrini, avvocato; Mario Camani, artista; Marco Cameroni, già Console Generale; Martina Caroni, prof Uni Lucerna; Pio Caroni, prof. Em. Università; Gabriele Castori, già Segr.sindacale; Cesare Chiericati, giornalista; Alberto Chollet, giornalista; Giosannna Crivelli, artista; Piergiorgio De Gasparo, docente; Simone De Gasparo Auer, docente; Daniele Finzi Pasca, artista; Augusto Gallino, dott.med.; Giacomo Grampa, già Vescovo in Lugano; Beatrice Groh, artista; Vittoria Groh, studentessa; Chiara Guerzoni, attivista diritti umani; Eva Huhn; Davide Macullo, architetto; Renato Martinoni, docente Uni San Gallo; Dick Marty, già parlamentare; Lisa Mazzone, Ginevra; Isabella Medici Arrigoni, imprenditrice per aiuto allo sviluppo; Martina Medolago, art historian; Giovanni Medolago; Flavio Meroni, giurista; Wilma Minoggio, docente SUPSI; Giorgio Noseda, prof.dr.med.; Alberto Nessi, poeta; Gemma Gentile Pedroni; Luca Pedrolini; Carlo Piccardi, musicologo; Flavia Piffaretti, pensionata RSI; Anna Rizzo Maggi; Cristina Sattar; Chiara Simoneschi Cortesi, ex pres del consiglio nazionale svizzero; Fabio Soldini, docente; Gabriella Soldini, docente; Tommaso Soldini; Cornelio Sommaruga, già Presidente del Comitato internazionale della Croce Rossa; Tobias E.Ulbrich, presidente Consiglio sinodale della Chiesa evangelica riformata; Catherine Vallotton Snozzi; Nelly Valsangiacomo, prof. Università di Losanna.