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TICINOLega: "Balairatt, non c'entriamo ma condividiamo"

29.09.10 - 18:10
Il partito di Bignasca osserva come la campagna abbia sollevato un problema reale, e come nelle ultime ore i promotori abbiano ricevuto "vagonate di pubblicità gratuita"
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Lega: "Balairatt, non c'entriamo ma condividiamo"
Il partito di Bignasca osserva come la campagna abbia sollevato un problema reale, e come nelle ultime ore i promotori abbiano ricevuto "vagonate di pubblicità gratuita"

LUGANO - "Non c'entriamo, ma condividiamo". E' questo, in sostanza, il contenuto del comunicato stampa della Lega dei Ticinesi in merito alla controversa vicenda "balairatt".

Il partito di Giuliano Bignasca, se da un lato "non può esimersi dal manifestare la propria perplessità sull¹inutile vocio scatenato dalla campagna", dall'altro giudica "in gran parte condivisibile, nella misura in cui solleva dei problemi reali quali lo scudo Tremonti, la criminalità straniera, nonché quelli legati al frontalierato e alla deleteria libera circolazione delle persone".
 
E' evidente che i lavoratori frontalieri non sono dei 'topastri', scrivono da Via Monte Boglia, ma il problema resta: "la scriteriata libera circolazione delle persone, voluta da partiti storici, padronato e sindacati, ha fatto sì che forza lavoro d¹oltreconfine andasse ad occupare non solo quelle posizioni in cui essa è necessaria (vedi edilizia, settore sociosanitario, eccetera) ma anche settori professionali tradizionalmente appannaggio dei residenti, in particolare nel terziario, andando così a soppiantare i ticinesi".

A questo proposito la Lega tira in ballo il Consiglio di Stato, i partiti e i sindacati, che ignorano questo problema a più riprese. "Si preferisce scandalizzarsi per questioni di forma, dimenticandosi del contenuto che ci sta sotto". In merito alla campagna "balairatt", la Lega dei Ticinesi osserva come qualsiasi violazione del 'politicamente corretto' assurga immediatamente a 'caso nazionale', mentre i reali problemi, sollevati con modalità forse provocatorie,  vengono ignorati.
 
"Si rileva inoltre che il Consiglio di Stato, arrabattatosi a prendere rapidamente posizione su di un manifesto, esperendo financo perizie giuridiche (naturalmente a carico del contribuente), non è stato e non è neppure lontanamente altrettanto solerte nel condannare i ripetuti attacchi lanciati al Ticino e alla Svizzera dalla vicina Penisola, ed in particolare il Ministro Tremonti. Le liste nere e le contumelie italiane all¹indirizzo del nostro paese si moltiplicano, ma il governo ticinese rimane silente".

In conclusione, gli ignoti committenti della campagna (ma su ciò la Lega sembra nutrire, e non è l'unica, qualche dubbio) hanno goduto negli ultimi giorni di una grande visibilità gratuita, anche per merito delle prese di posizione delle varie istituzioni.

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