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TICINOEcuadoriani in Ticino, Biscossa: "Peccato rendersi conto che esistono solo quando c'è il morto"

05.01.09 - 16:28
Tipress / Benedetto Galli
Ecuadoriani in Ticino, Biscossa: "Peccato rendersi conto che esistono solo quando c'è il morto"

BELLINZONA - Mercoledì alle 15, nella Chiesa del Sacro Cuore, l'addio a Marta Morales Lopez e Luis Enrique Munenago Morales, i due cittadini ecuadoriani ritrovati senza vita martedì scorso nell'area di servizio autostradale di Bellinzona Sud.

La salma di Marta, come scrive oggi il CdT, verrà portata in Spagna, quella di Luis in Ecuador. L'operazione di rimpatrio delle due salme comporta un costo di 20mila franchi. Una somma proibitiva per le famiglie delle vittime, che hanno lanciato un appello alla solidarietà. "Qualsiasi contributo è benvenuto", si legge nel volantino firmato da Fra Martino Dotta, direttore di SOS Ticino.

La raccolta dei fondi è iniziata il 1° gennaio e in questi giorni "ci sono già persone che si sono annunciate per il versamento". Anna Biscossa, ex presidente del Partito Socialista dice che è ancora troppo presto per quantificare i contributi finora raccolti e che le prime cifre potranno essere disponibili non prima di mercoledì.

Biscossa, cosa ci può insegnare questo dramma?
"La miseria e le difficoltà a sopravvivere sono presenti anche tra noi. Nel caso specifico si è trattato di stranieri, ma il problema potrebbe riguardare non soltanto loro, ma anche persone che vivono in Ticino, svizzeri compresi. Alla luce di questo dramma io credo che in Ticino bisognerebbe prevedere, non solo a Lugano, delle possibilità di accoglienza per i senzatetto, come per esempio per quei giovani in rottura con la famiglia. I comuni dovrebbero attivarsi, coordinati con il cantone, affinché si mettano a disposizione possibilità di alloggio per coloro che in questi giorni così freddi un tetto non ce l'hanno. Non ricoveri fissi, bensì punti di accoglienza, in casi di emergenza.

Un'emergenza, la povertà, che non tocca solo i migranti...
"Purtroppo questo problema tocca molte persone, indipendentemente dalla loro nazionalità. Un'emergenza alla quale bisogna rispondere con la possibilità di disporre di centri di accoglienza nei grossi comuni".

Diamo uno sguardo alla comunità ecuadoriana in Ticino. Da invisibili al centro dell'interesse mediatico. Non sente un po' odore di ipocrisia?
"Certo. Peccato che per rendersi conto che l'accattonaggio è presente e per rendersi visibile bisogna morire. Dobbiamo renderci conto della realtà in cui viviamo ed è giusto prenderne atto, piaccia o non piaccia. E da qui costruire delle soluzioni che servono a tutti, anche a quelle persone che lei ha definito invisibili, ma che esistono, sono presenti sul nostro territorio e che in qualche modo fanno parte della nostra comunità. 

p.d'a. 
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