Secondo Berna la prassi attuale offre un margine sufficientemente ampio per prendere decisioni efficaci.
L'obiettivo? «Garantire la sicurezza, l'indipendenza e la prosperità e di operare per un ordine internazionale pacifico basato sul diritto internazionale, sui diritti umani e sulla democrazia».
BERNA - La prassi attuale in materia di neutralità deve essere mantenuta dato che offre un margine sufficientemente ampio per prendere decisioni efficaci caso per caso, tenendo conto della situazione internazionale. È quanto conclude un rapporto sul tema - tornato di recente al centro dei dibattiti - approvato oggi dal Consiglio federale in risposta a un postulato.
L'ultima volta che il Governo si era occupato a fondo della questione è stato nel 1993, ricorda l'esecutivo in una nota, precisando che il nuovo documento illustra l'evoluzione della prassi negli ultimi 30 anni e spiega le decisioni prese dal Consiglio federale dall'inizio della guerra in Ucraina.
Insomma, il Governo intende proseguire sulla sua strada e utilizzare la neutralità come strumento della politica estera e di sicurezza elvetiche. L'obiettivo - precisa nel comunicato - è garantire la sicurezza, l'indipendenza e la prosperità e di operare per un ordine internazionale pacifico basato sul diritto internazionale, sui diritti umani e sulla democrazia.
Affinché nell'attuale contesto internazionale la neutralità svizzera sia compresa e riconosciuta sia in Europa che a livello globale, la diplomazia elvetica continua ad avere il compito fondamentale di dimostrarne i benefici e il contributo all'ordine internazionale, sottolinea ancora l'esecutivo.
A ogni modo il Consiglio federale assicura di voler continuare a esaminare l'impatto della guerra in Ucraina sulle relazioni internazionali. Nel quadro della sua strategia di politica estera effettuerà un'analisi che avrà a oggetto anche la neutralità della Svizzera, conclude la nota.