L'e-cigarette è un mezzo per smettere di fumare o no? L'imposizione dipende anche dalla risposta a questa domanda.
La revisione della legge sull'imposizione del tabacco propone di tassarla circa il 77% in meno rispetto alla sigaretta tradizionale. Ma non tutti sono d'accordo.
BERNA - La sigaretta elettronica, un mezzo per smettere di fumare o una porta d'entrata al vizio del tabacco? I pareri in merito alla procedura di consultazione sulla proposta del Consiglio federale di tassare la cosiddetta "e-cigarette" meno di quella tradizionale dipendono dalla risposta a questa domanda.
In Svizzera è in corso uno studio scientifico finanziato dal Fondo nazionale per chiarire questo punto controverso, ma i risultati non sono ancora disponibili. Nel rapporto esplicativo, lo stesso Consiglio federale ammette che di tratta di «una questione non ancora definitivamente chiarita».
Detto ciò, l'esecutivo precisa che «i professionisti del settore sanitario e della prevenzione ritengono che la sigaretta elettronica sia fino al 95% meno nociva della sigaretta tradizionale». Per questo motivo, nella revisione della legge sull'imposizione del tabacco proposta, l'onere fiscale per l'"e-cigarette" sarà inferiore di circa il 77% rispetto a quello sulla sigaretta tradizionale.
Questo punto di vista è sposato appieno dalla Conferenza svizzera dei direttori cantonali della sanità (CDS): una minore tassazione delle sigarette elettroniche rispetto a prodotti del tabacco tradizionali è saggia, in quanto incoraggerà i fumatori a passare a questi articoli, viene evidenziato.
Vero, risponde l'associazione di categoria Swiss Vape Trade Association (SVTA), che sostiene tuttavia che la tassa andrebbe ulteriormente abbassata, dai 2 centesimi per milligrammo di nicotina proposti dal governo a 0,1 centesimi. Il livello d'imposizione suggerito dall'esecutivo farebbe infatti fiorire il mercato nero e favorirebbe le importazioni dall'estero.
SVTA riceve il sostegno dell'UDC: dato il rischio inferiore, la "sovraimposizione" delle sigarette elettroniche non è accettabile. «Non corrisponde alla volontà del legislatore», afferma il partito.
Di parere diametralmente opposto sono Lega polmonare e Associazione svizzera per la prevenzione del tabagismo (AT Svizzera): finché non si conoscono le possibili conseguenze, si dovrebbe applicare il principio di precauzione. Il PS chiede da parte sua di attendere i risultati dello studio del Fondo nazionale svizzero.
Lega polmonare e AT Svizzera ritengono poi che la necessaria riduzione del consumo di tabacco in Svizzera non va effettuata unicamente con restrizioni sulla pubblicità (come chiesto da un'iniziativa popolare approvata in febbraio) ma anche con una maggiore imposizione. Chiedono quindi di portare l'importo previsto dal Consiglio federale a 10 centesimi per milligrammo di nicotina.