Al centro del caso un contratto relativo a prestazioni di servizio per attività di consulenza.
BERNA - L'ex direttore del Servizio delle attività informative della Confederazione (SIC) Jean-Philippe Gaudin ha violato alcune istruzioni interne nell'ambito dell'attribuzione di un mandato di consulenza. È quanto ha portato a galla un'inchiesta amministrativa indipendente, richiesta in febbraio dalla ministra della difesa Viola Amherd.
Lo studio legale bernese che ha indagato sulla vicenda non ha invece constatato alcuna fattispecie di rilevanza penale, indica in una nota odierna il Dipartimento federale della difesa, della protezione della popolazione e dello sport (DDPS). In un rapporto raccomanda comunque una maggiore sensibilizzazione e l'istituzione di una nuova istanza di supervisione.
Al centro del caso un contratto relativo a prestazioni di servizio stipulato per attività di consulenza tra Gaudin e una persona esterna. Quest'ultima ha percepito per circa due anni un compenso di 5000 franchi mensili, a cui vanno ad aggiungersi spese pari a un importo di circa 6875 franchi versate durante lo stesso periodo.
Secondo il DDPS, il contratto era politicamente inopportuno e giuridicamente delicato. Dall'inchiesta commissionata non sono emersi reati - né infedeltà nella gestione pubblica, né abuso di autorità - ma sono state rilevate violazioni delle istruzioni interne concernenti l'acquisto di beni e prestazioni di servizi.
Gaudin non dovrà quindi verosimilmente affrontare alcuna conseguenza. Il vodese ha infatti già lasciato il SIC nell'estate del 2021, prima che il "Tages-Anzeiger" rendesse pubblica la vicenda lo scorso mese di febbraio.
A quanto pare, Gaudin, durante il suo mandato di direttore dei servizi segreti elvetici, avrebbe incaricato di fungere da «consigliere segreto» un uomo che aveva acquisito una certa notorietà per aver scritto numerose lettere a giornali svizzeri. Questi si occupava principalmente di influenzare parlamentari e formulare valutazioni sui politici.