Sotto la lente del Ministero pubblico contenuti video e cartacei ritenuti discriminatori e offensivi.
Non è la prima volta che Eric Weber ha problemi con la giustizia.
BASILEA - Il granconsigliere basilese di estrema destra Eric Weber è di nuovo nei guai con la giustizia. Il Ministero pubblico renano accusa il 57enne di discriminazione razziale, ingiurie e minacce a causa di diversi episodi accaduti negli ultimi mesi. Un portavoce della procura ha confermato un'informazione pubblicata in tal senso dal "SonntagsBlick". Le parti hanno ora la possibilità di presentare le prove.
Contenuti offensivi - Stando al domenicale, alla base del procedimento ci sono diverse azioni compiute da Weber. Dall'aprile 2020, il parlamentare indipendente (ex Democratici Svizzeri, rieletto lo scorso anno per il partitino di estrema destra "Volks-Aktion gegen zuviele Ausländer und Asylanten in unserer Heimat") si è espresso su volantini e tramite video in modo discriminatorio nei confronti di persone provenienti da altri Paesi. Lo scorso mese di febbraio ha in particolare pubblicato un video offensivo nei confronti della consigliera nazionale di origine turca Sibel Arslan (Verdi/BS).
Nessun passo indietro - Weber ha dichiarato al "SonntagsBlick" di non pentirsi delle sue azioni. A suo avviso, le accuse mosse nei suoi confronti sono puramente motivate da ragioni politiche e intende difendersi in tribunale con tutti i mezzi legali a sua disposizione.
Precedenti - Non è la prima volta che Weber ha a che fare con la giustizia. Il granconsigliere di estrema destra si era reso colpevole di frode elettorale nel 2012 e aveva subito una condanna a 280 ore di lavori di pubblica utilità. Era stato riconosciuto colpevole dal Tribunale d'appello per aver costretto una donna, che aveva già votato, a procurarsi con un falso pretesto un secondo materiale di voto e a votare per lui. Il 57enne aveva poi provveduto di persona a spedire la busta elettorale.
Reati già confermati - Ex membro dell'Azione nazionale e deputato in Gran Consiglio dal 1984 al 1992, Weber era già stato condannato nel 2008 a una pena pecuniaria di 180 aliquote giornaliere da 30 franchi l'una con un periodo di prova di tre anni per minaccia, ripetuta corruzione elettorale e frode elettorale, reati commessi prima delle elezioni cantonali del 2004 in cui si era presentato sulla lista dei Democratici svizzeri (il partito erede dell'Azione nazionale). Nel 2012 era stato rieletto in Gran Consiglio, ma aveva perso il proprio seggio in occasione del rinnovo del parlamento nel 2016.
Di nuovo in politica - Nel 2020, come detto, è stato rieletto nel Parlamento cantonale per il partito "Volks-Aktion gegen zu viele Ausländer und Asylanten in unserer Heimat", che letteralmente significa "Azione popolare contro i troppi stranieri e richiedenti asilo nella nostra patria".