Nicoletta della Valle: «La criminalità organizzata è sempre più radicata. Ci mancano risorse per combatterla».
BERNA - Passeggiando per il centro di Lugano, così come di altre città svizzere, ci si imbatte sempre più spesso in ristoranti e altre attività commerciali perennemente vuoti ma che rimangono, anno dopo anno, sempre aperti. «Ci sono negozi in posizioni privilegiate del centro città che sono quasi sempre vuoti. Oppure gelaterie che in inverno fanno lo stesso fatturato che in estate. In questi casi, la polizia sa che qualcosa non va. Ma è estremamente difficile intervenire». Le parole sono di Nicoletta della Valle, il capo dell'Ufficio federale di polizia (Fedpol), in un'intervista alla NZZ.
È questo uno dei mille volti della criminalità organizzata. Dal traffico di droga, a quello di armi, alle infiltrazioni degli esponenti criminali in ogni strato della società. Da quelli più alti dove si punta a influenzare la politica a quelli più bassi con il propagarsi del malaffare ad ogni livello del modo del lavoro. Senza tralasciare i recenti casi di radicalizzazione di giovani jihadisti avvenuti in Svizzera.
Attività investigativa - A tracciare un quadro della situazione in Svizzera è, in un'intervista alla NZZ, Nicoletta della Valle, il capo dell'Ufficio federale di polizia (Fedpol), che racconta come, oltre all'intensa attività investigativa delle forze di polizia, un quadro significativo della situazione lo abbia fornito, a partire dal 2021 anche Sky ECC, «un servizio di messaggistica criptata, in pratica il WhatsApp dei criminali, con il quale i trafficanti di droga internazionali, i boss della mafia e dei cartelli conducevano i loro affari. Europol ha trasmesso i dati ottenuti alle autorità dei singoli Paesi, compresa la Svizzera. Circa sessanta indagini sono in corso grazie alla decodificazione da parte di Europol. Tuttavia abbiamo analizzato solo il 20% della grande quantità di dati. Ci mancano risorse e il tempo non è dalla nostra parte. Abbiamo visto come circa 3mila dispositivi mobili in antenne situate in tutta la Svizzera si sono collegati a Sky ECC», dice nell'intervista alla NZZ.
Situazione attuale - Informazioni utili per le indagini, ad esempio, su un membro di un cartello della droga colombiano «processato a Basilea all'inizio del 2023. Attualmente sono in corso circa 60 indagini basate sui dati di Sky ECC, e 15 di queste presso Fedpol. Si tratta di cocaina, cannabis, droghe sintetiche e armi», spiega il capo della Fedpol.
E grazie a ciò che si è osservato nei log delle chat violate «sappiamo quali membri delle organizzazioni criminali hanno sede in Svizzera. Si tratta di membri della mafia balcanica, della mafia italiana e di altre organizzazioni. Si dividono le attività criminali. In questo modo, abbiamo imparato che la Svizzera non è più solo un paradiso per il riciclaggio di denaro. Negli ultimi anni è diventata un paese di produzione di droga. Abbiamo visto come la canapa coltivata legalmente in laboratorio venga spruzzata con cannabinoidi sintetici e poi esportata a tonnellate come cannabis contenente THC».
È risultato evidente come la criminalità agisca a tutti i livelli. «Abbiamo trovato sempre sulla chat di Sky ECC conversazioni tra due calabresi in cui si chiedevano come influenzare il sistema giudiziario in Svizzera segnale che cercano di infiltrarsi nel nostro sistema», spiega Nicoletta della Valle.
Obiettivo Svizzera - La Svizzera è ormai un obiettivo perché «siamo un paese ricco che attrae tutte le forme di criminalità. Un esempio è quello degli assalti ai bancomat. Solo alla fine di marzo, quattro bancomat sono stati fatti esplodere. Perché da noi, e in nessun'altra parte d'Europa, ci sono così tanti soldi nei bancomat. E non si tratta di singoli autori, ma di gruppi organizzati che operano in numerosi paesi e hanno accesso a un'infrastruttura esistente in Svizzera. Si tratta di colpi preparati all'estero», specifica.
Tante dunque le diverse ramificazioni della criminalità organizzata che «è spesso invisibile, per questo non dà quasi fastidio a nessuno nella vita di tutti i giorni. A differenza della minaccia militare, non viene quasi riconosciuta».
Criminalità e politica - Un altro allarme, anche se come ovvio Nicoletta della Valle non è voluta scendere nei dettagli, sono i contatti tra criminalità e politica. Situazioni in cui magari un politico «neanche sa di essere a contatto con un malavitoso. Capita che la criminalità cerchi la vicinanza dei politici. E i politici probabilmente non se ne rendono conto».
Tantissimi dunque i fronti aperti e spesso le attuali risorse della polizia non sembrano essere sufficienti. «A volte vengono assunti venti o trenta investigatori dalla Confederazione e dai cantoni, che lavorano per mesi su un singolo caso», afferma della Valle secondo cui «le attuali capacità di tutte le forze di polizia svizzere consentono di condurre cinque procedure di questo tipo contemporaneamente. In termini di densità di polizia rispetto alla popolazione, la Svizzera è molto indietro rispetto agli altri Paesi europei.Tuttavia, abbiamo analizzato solo il 20% della grande quantità di dati. Ci mancano risorse e il tempo non è dalla nostra parte: più tali dati sono vecchi, meno sono preziosi".».
Radicalizzazione - Un passaggio è infine dedicato ai recenti casi di radicalizzazione di giovani jihadisti. «Il Piano d'azione nazionale contro la radicalizzazione e l'estremismo violento è uno strumento utile e valido solo quanto la sua attuazione da parte degli attori a tutti i livelli di governo. La prevenzione della radicalizzazione inizia nella sfera privata, a scuola, nei club sportivi, negli scout, in tutti i tipi di attività sociali».