Cosa succede quando Instagram e WhatsApp smettono di funzionare per qualche ora? La parola all'esperto.
BERNA - È successo ancora e, con ogni probabilità, non sarà l’ultima volta. Mercoledì sera WhatsApp e Instagram hanno smesso di funzionare per un'ora, dalle 20 alle 21 circa, provocando panico e disagi tra gli utenti. Una reazione che si ripete a ogni panne dei social gestiti dalla società di Zuckerberg, ma che mostra, in un certo modo, la dipendenza morbosa che abbiamo sviluppato.
Non è ancora chiaro cosa abbia causato l’interruzione del servizio. Una cosa è certa, il ritornello di scuse si è ripetuto ancora questa volta. Andy Stone, portavoce di Meta, si è affrettato a chiarire: «Siamo consapevoli dei problemi di accesso ai nostri servizi. Ci stiamo lavorando».
La paura di restare isolati dal mondo si intreccia con la consapevolezza di non poter passare un’ora o due scollegati dai social, diventati ormai parte integrante di ogni attività quotidiana. «Quando questi servizi social smettono di funzionare, provocano subito un’ondata di rabbia e frustrazione», ha spiegato a Nau.ch Kiran Kappeler, esperto di social media all’Università di Zurigo.
Sentimenti che il professore spiega con il fenomeno “FoMo” (Fear of Missing Out). «Improvvisamente non siamo più reperibili e abbiamo paura di perderci qualcosa di importante». L’angoscia di restare esclusi da un mondo che, malgrado la panne dei social, va avanti, è centrale in questo processo. Secondo Kappeler, queste paure che emergono in questi momenti di down sono infine le stesse ragioni per le quali le persone usano i social così di frequente.Le preferenze verso le classiche piattaforme Instagram e Whatsapp potrebbero però in futuro mutare. L'esempio di Twitter diventato, "X" dopo la rivoluzione targata Musk, insegna. «Molti utenti sono rimasti delusi delle modifiche apportate dalla gestione del patron della Tesla e hanno abbandonato la piattaforma social», spiega Kappeler aggiungendo che «molte persone sono passate a servizi come Bluesky, Threads o Mastodon.
Le preferenze verso le classiche piattaforme Instagram e Whatsapp potrebbero però in futuro mutare. L'esempio di Twitter diventato, "X" dopo la rivoluzione targata Musk, insegna. «Molti utenti sono rimasti delusi delle modifiche apportate dalla gestione del patron della Tesla e hanno abbandonato la piattaforma social», spiega Kappeler aggiungendo che «molte persone sono passate a servizi come Bluesky, Threads o Mastodon». Social forse ancora poco noti al grande pubblico, ma che, secondo il professore, avranno probabilmente un futuro. I continui down di Instagram e WhatsApp potrebbero spingere a un'ulteriore migrazione di molti utenti. «Si potrebbe verificare una situazione analoga a quanto avvenuto con Twitter», ha concluso Kappeler.