È il dato che emerge dalle rilevazioni delle domande d'asilo respinte nel 2023, che sono state 339: nel 2022 erano 124
BERNA - Nel 2023, per quarantanove volte, dal suolo svizzero si sono alzati in volo gli aerei militari che di solito riportano nelle terre di origine le persone che non hanno ottenuto il diritto di asilo. Con quei voli, la Confederazione ne ha rimpatriate 339, un numero che è triplicato rispetto al precedente dato del 2022.
Lo fa notare il domenicale "Sonntagszeitung", sottolineando anche un risvolto politico, è cioè che l'abbondante lievitazione numerica sia arrivata proprio quando a capo del Dipartimento federale di giustizia e polizia c'era la socialista Elisabeth-Baume Schneider (ora a capo dell'Interno), esponente di una compagine parlamentare di solito meno impulsiva politicamente quando si tratta di tematiche che hanno a che fare con l'immigrazione.
Ma i dati che la SEM (la Segreteria di Stato della Migrazione) ha fornito al domenicale attestano inequivocabilmente il considerevole balzo in avanti dei rimpatri sotto la "gerenza" Baume-Schneider. Nel 2022, infatti, «si erano svolte 28 missioni con 124 persone» scrive la Sonntagszeitung, rilevando anche che «il record di 345 espulsioni con voli speciali del 2016 è stato quasi battuto».
I passeggeri dei voli speciali: non solo criminali. A bordo anche donne incinte e bambini - Ma chi sono le persone costrette a salire a bordo di questi aerei con l'etichetta di voli speciali? Non solo criminali o individui con non proprio specchiate condotte di vita alle spalle, come si evince dagli esempi che il domenicale riporta: «A volte sono coinvolte anche famiglie con bambini - si legge - l'anno scorso alcuni casi hanno fatto scalpore. Due famiglie del cantone di Berna sono state rimpatriate con la forza in Sri Lanka. In un caso, la madre era incinta di sei mesi, mentre l'altra famiglia aveva un bambino di tre mesi. A maggio sono state rimpatriate anche una famiglia afghana con tre bambini e una donna somala con la figlia di 18 mesi, tutte residenti nel Canton Vaud. Sono stati portati in Croazia con un volo speciale dopo che le loro richieste di asilo sono state respinte».
Trentaquattro di quei 49 voli speciali, hanno condotto 229 persone verso Paesi della UE, in base a quanto stabilito dalle intese stipulate con l'Accordo di Dublino. La redistribuzione nei territori dell'Europa dei richiedenti asili respinti dalla Svizzera, ha fatto bene alle casse federali: se nel 2022 Berna spendeva mediamente 13mila franchi per ogni persona rimpatriata, nel 2023 il costo per questa voce spesa si attestava intorno ai 7'300 franchi, riporta la Sonntagszeitung.
Altri voli invece «sono stati effettuati verso l'Europa orientale, il Medio Oriente, l'Asia centrale e il Sud America». Secondo quanto dichiarato dalla SEM, «per la prima volta in assoluto sono stati organizzati voli speciali per l'Iraq e l'Algeria, grazie al miglioramento della cooperazione con entrambi i Paesi. Tuttavia, solo 24 persone hanno potuto essere rimpatriate nei Paesi africani con voli speciali, il che è una potenziale fonte di controversie».
Il "caso" Marocco: voli speciali banditi - In Svizzera si è assistito a un aumento dei reati commessi da persone provenienti dal Nord Africa: lo certificano i rapporti delle polizie cantonali. Le richieste di asilo di chi arriva dalle regioni africane comprese in quell'area stanno aumentando (nella fattispecie soprattutto nell'ultimo anno): la possibilità di ottenere una risposta favorevole però è davvero scarsa. Allo stesso tempo, i rimpatri con il Marocco «non sono possibili» e per cambiare questa situazione «il Consigliere agli Stati del PLR Damian Müller ha presentato una mozione che chiede al Consiglio federale di negoziare un accordo con il Marocco».
Il Parlamento «ha già esercitato pressioni la scorsa estate e il Consiglio degli Stati ha votato a favore di una mozione dell'UDC di Werner Salzmann, che chiedeva una "offensiva per il rimpatrio"». Non è senza una certa ironia - scrive la Sonntagszeitung - che il numero dei voli speciali e dei rimpatri «in generale sia aumentato proprio nell'anno in cui la tanto criticata consigliera federale del PS Elisabeth Baume-Schneider era responsabile del dossier sull'asilo.Quasi 6.000 richiedenti asilo respinti hanno lasciato la Svizzera volontariamente o forzatamente nel 2023.
L'UDC parla di "compito di Sisifo" - Il capogruppo dell'UDC Thomas Aeschi, parla di "compito di Sisifo": se da un lato si rallegra del fatto che «un numero maggiore di richiedenti asilo respinti se ne sia andato», dall'altro rileva che «rispetto alle 30.000 domande di asilo, le circa 300 espulsioni con voli speciali sono troppo poche. Per Aeschi, l'iniziativa di protezione delle frontiere dell'UDC è quindi urgentemente necessaria. È l'unico modo per proteggere meglio il nostro Paese dagli immigrati clandestini».
Refugee Aid è di parere diverso: «L'aumento dei voli speciali è preoccupante» ha dichiarato al domenicale il portavoce Lionel Walter. Il motivo è da ricercare nelle misure coercitive. Con un maggior numero di voli, aumenta il rischio di applicazione di tali misure. Secondo i rapporti della Commissione per la prevenzione della tortura (NCPT), «i richiedenti asilo respinti possono opporsi al rimpatrio e vengono quindi incatenati».
Jean-Sébastien Blanc, vicepresidente della NCPT, accompagna regolarmente i voli speciali. «L'approccio della polizia è generalmente professionale», afferma. Tuttavia, ci sono situazioni problematiche. «I voli speciali sono sempre complicati, soprattutto quando sono coinvolti dei bambini. Lo stress è particolarmente elevato per loro e c'è il rischio che vengano traumatizzati».