Il presidente del Comitato militare dell'Alleanza Atlantica Rob Bauer ha ribadito l'importanza della cooperazione con Berna.
ZURIGO - La Svizzera deve far fronte comune insieme ai paesi Nato, affinché Vladimir Putin non vinca la guerra in Ucraina, perché uno stato neutrale deve contare su un ordine internazionale funzionante, che il presidente russo ha violato: è questa, in sintesi, l'argomentazione portata avanti da Rob Bauer, presidente del Comitato militare della Nato, cioè l'organo dell'alleanza atlantica che comprende i capi della difesa degli stati membri e che come segretario generale ha Jens Stoltenberg.
«Va detto chiaramente che la Svizzera svolge un ruolo importante come partner di cooperazione della Nato», afferma Bauer in un'intervista pubblicata oggi dalla Neue Zürcher Zeitung (NZZ). «Partecipa al Partenariato per la pace dal 1996, quindi siamo partner da 27 anni. Abbiamo appena rinnovato il nostro programma di cooperazione su misura».
«Vogliamo migliorare l'interoperabilità tra gli eserciti Nato e le forze armate elvetiche», prosegue l'ammiraglio olandese che all'inizio della settimana è giunto in visita nella Confederazione. «Desideriamo anche continuare ad addestrarci insieme, ad esempio nell'ambito dell'esercitazione Cyber Coalition a cui partecipa l'esercito svizzero». Inoltre 164 soldati svizzeri sono presenti in Kosovo, «un importante contributo alla sicurezza e alla stabilità nei Balcani occidentali».
«È fondamentale lottare per una causa comune», insiste il 61enne facendo riferimento alla guerra in Ucraina. «Se i russi vincessero, non solo l'Ucraina perderebbe come paese, ma sarebbe anche il segno che un autocrate può farla franca con una simile violazione dell'ordine internazionale».
«Non dobbiamo permettere agli autocrati di vincere la guerra», sostiene l'ex comandante delle forze armate olandesi. «La neutralità della Svizzera dipende anche dall'ordine internazionale basato sulle regole. Tutti gli stati devono riconoscere un paese neutrale come tale e rispettare la sua neutralità. Ciò richiede anche un ordine di sicurezza basato su regole».
Lo status di neutralità non esime un paese dall'avere le capacità di difendersi. «Ecco perché la modernizzazione dell'esercito svizzero è così importante: l'acquisto dell'F-35 o il rinnovo dell'artiglieria e del Leopard 2 contribuiscono in ultima analisi a proteggere l'attuale ordine di sicurezza».
Bauer fa anche presenti i casi di Finlandia e Svezia. «Sottoposti a enormi pressioni, hanno rinunciato alla loro neutralità e al non allineamento: volevano entrare nella NATO perché non credevano più che la Russia avrebbe continuato a rispettare le regole». Ma uno stato «non deve necessariamente essere un membro dell'alleanza, può anche essere un partner», conclude l'alto graduato.