La Svizzera vuole partecipare all'iniziativa volta a proteggere i cieli d'Europa. Verrebbe infranta la neutralità?
BERNA - Una sorta di “scudo protettivo” su tutta l'Europa, il più impermeabile possibile, che possa colmare le lacune nella difesa aerea dei singoli Stati. Si tratta di un progetto lanciato dalla Germania nell'ottobre del 2022, a cui partecipano già 17 Paesi, e che ha stuzzicato l'interesse anche della Svizzera.
Ieri sera, infatti, il Dipartimento federale della difesa, della protezione della popolazione e dello sport (DDPS) ha confermato alla SRF che anche la Svizzera vuole far parte di quest'alleanza. Stando all'emittente radiofonica, la Consigliera federale Viola Amherd firmerà una dichiarazione d'intenti per partecipare alla così chiamata "European Sky Shield Initiative" in occasione di una riunione del DACH (Germania, Austria, Svizzera) che avrà luogo venerdì prossimo a Berna. Parteciperanno il Ministro della Difesa Boris Pistorius e la sua omologa austriaca Klaudia Tanner.
Nel suo intervento, il DDPS ha sottolineato che le difese aeree dei singoli Paesi non verranno unificate in un unico organismo. L'obiettivo è invece l'organizzazione dell'approvvigionamento (di sistemi di difesa aerea e missili) e della manutenzione a livello europeo, ciò che permetterebbe di risparmiare parecchio denaro. Inoltre, è previsto anche un addestramento congiunto.
Questioni di neutralità ancora aperte
Ma c'è il cruccio neutralità. Lo scorso novembre, il capo delle Forze aeree svizzere ha dichiarato che le questioni di neutralità relative alla "European Sky Shield Initiative" sono ancora aperte. Dal canto suo, il DDPS ha affermato che la partecipazione è possibile, ma che la Svizzera formulerà delle riserve in merito al diritto di neutralità in una dichiarazione supplementare.
In particolare, dovrà essere esclusa qualsiasi partecipazione o coinvolgimento in conflitti militari internazionali. Si dice che sia in discussione una sorta di “clausola di uscita“. Ciò significherebbe che la Svizzera potrebbe interrompere la sua cooperazione in qualsiasi momento se un Paese partner dovesse entrare in guerra.
Più vicini alla NATO
A marzo, ricorda l'agenzia Keystone-ATS, durante alcuni colloqui con il Segretario generale della NATO Jens Stoltenberg la responsabile del DDPS aveva già auspicato un rafforzamento della collaborazione tra la Svizzera e l'Alleanza atlantica. In concreto, la ministra della difesa vorrebbe che la Svizzera partecipasse maggiormente alle esercitazioni della NATO, sviluppasse l'interoperabilità tra l'esercito e l'Alleanza, rafforzasse la sua partecipazione ai centri di competenza certificati dalla NATO e collaborasse più strettamente nei settori dell'informatica e dell'innovazione.