Il sottufficiale ha insultato un commilitone con messaggio in segreteria pieno di volgarità e insulti. Ora è stato condannato
THUN - Il sergente Marco G. sostiene di essere stato decisamente "alticcio" quando gli è venuta l'idea di telefonare a Sebastian K. (nome fittizio). I due avevano fatto il servizio militare insieme qualche mese prima, nella caserma di Thun, e da allora non si erano più visti. È quanto si legge nell'atto d'accusa della procura militare, a disposizione della SonntagsZeitung.
Poiché Sebastian non ha risposto alla chiamata, il sergente ha lasciato un messaggio in segreteria. Cinque compagni erano intorno al sergente, ascoltandolo mentre pronunciava i peggiori insulti omofobi nella segreteria telefonica dell'ex commilitone. A quanto pare nessuno dei presenti ha avuto da ridire mentre il sergente domandava a Sebastian quanti rapporti anali avesse avuto, avvertendolo del fatto che a Thun «adesso c'è un'altra recluta gay» a cui offrirsi. Mentre il sergente parlava, i suoi compagni ridevano in sottofondo. Insomma, un momento di goliardia becera che ha trasceso decisamente i limiti.
Sebastian K. ha messo a verbale che già durante il servizio, il sergente usava «insultarlo verbalmente a causa della sua omosessualità». Tutto ciò, all'apparenza, era tollerato in caserma. In segno di provocazione, Sebastian aveva anche reagito «alzando le sopracciglia». L'altro, percependo il gesto come un segno di attrazione sessuale, aveva risposto con minacce sostenendo che sarebbe arrivato alle mani se lo avesse fatto di nuovo.
La chiamata in segreteria, insomma, è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Sebastian ha segnalato il sergente e ora la giustizia militare ha deciso di condannare il sottufficiale per abusi verbali e molestie sessuali.
Il sergente dovrà pagare una multa, sospesa con la condizionale, di 40 aliquote giornaliere di 100 franchi ciascuna e una sanzione di 400 franchi. Il verdetto non è ancora definitivo, essendo stato impugnato dall'imputato, per il quale si è trattato solo di uno scherzo.
Omosessualità ed esercito - Storicamente, quello dell'esercito è un mondo difficile per gli omosessuali. Fino agli anni '90 c'erano persino registri ufficiali che tenevano nota dei militari gay. Nel frattempo, il Dipartimento della Difesa (DDPS) ha adottato misure per prevenire la discriminazione sessuale. Da un anno esiste il Servizio specializzato «Donne nell’esercito» e «Diversity» per i militari di milizia, che lancia un segnale chiaro a favore di un esercito improntato alla diversità e all’inclusione.
Non si sa fino a che punto i gay siano ancora vittime di bullismo o discriminazioni nell'esercito d'oggi. Quel che è certo è che attualmente ci sono all'attivo 18 inchieste su sospette violazioni dell'integrità sessuale. Secondo Florian Menzi, portavoce della magistratura militare, quanti di questi casi coinvolgano degli omosessuali non è registrato. Tuttavia si sta attualmente conducendo uno studio sulla discriminazione e la violenza nell'esercito svizzero in base al genere e all'orientamento sessuale. Il rapporto dovrebbe essere pubblicato alla fine del 2023.