Per il Controllo federale delle finanze è stato avvantaggiato chi ha dovuto chiudere
BERNA - Le allocazioni per perdita di guadagno legate al Coronavirus sono state un valido aiuto per gli indipendenti. Il Controllo federale delle finanze (CDF) ha però rilevato disparità di trattamento fra coloro costretti a chiudere e quelli toccati indirettamente.
Fra marzo e settembre 2020, la prima delle due categorie è stata maggiormente avvantaggiata, si legge in un rapporto del CDF pubblicato oggi. Gli indipendenti rimasti aperti hanno dovuto lottare contro un crollo del fatturato per mancanza di clientela, senza avere gli stessi diritti agli aiuti Covid, salvo nei casi di un reddito 2019 sottoposto all'AVS che si situava fra i 10'000 e i 90'000 franchi.
Secondo il CDF si tratta di una diseguaglianza che è stata parzialmente corretta nel quadro della legge Covid, grazie alla cancellazione del tetto di 90'000 franchi. L'istanza raccomanda in un futuro di valutare le prestazione in funzione alla perdita economica effettiva.
Base di calcolo contestata - Altro punto debole riscontrato dal CDF: la base di calcolo fissata per le allocazioni, per la quale si è utilizzato per l'appunto il reddito annuale provvisorio sottoposto all'AVS. Secondo dati dell'Ufficio federale di statistica (UST), in un terzo dei casi i redditi AVS dichiarati potrebbero essere troppo elevati rispetto alla tassazione definitiva. Bisognerebbe quindi prendere in considerazione il reddito determinato dall'amministrazione fiscale.
In conclusione, il CDF ricorda che la metà dei beneficiari ha potuto mantenere l'attività proprio grazie agli aiuti finanziari. Per un quarto, la misura è stata un sostegno importante, senza però risultare vitale. Un indipendente su dieci ha dichiarato di aver chiesto il sostegno pur non avendone bisogno.