I giovani lamentano la mancanza di sensibilità e la scarsa comunicazione, i "capi" criticano l'assenza di motivazione e di resilienza.
ZURIGO - La Generazione Z è in uno stato di sofferenza psichica che non ha precedenti. A rivelarlo è uno studio condotto dal colosso della consulenza strategica e gestionale McKinsey Health Institute. Come se non bastasse, i giovani di oggi si sentono anche oppressi sul mondo del lavoro.
Se da una parte i "boomer" (in parole povere gli adulti) parlano della mancanza di resilienza da parte delle nuove generazioni, queste ultime criticano la visione del mondo antiquata di chi li guarda dall'alto in basso.
20 Minuten ha raccolto diverse testimonianze in questo senso. Di base i più giovani lamentano un'incapacità di comprendere i loro bisogni. A loro avviso manca una cultura del feedback, con superiori che non comunicano e preferiscono lettere e mail piuttosto che il dialogo. Viene criticata anche l'eccessiva formalità così come il legame a meccanismi lavorativi troppo lenti e la scarsa propensione ad accettare nuove strategia più "smart". Dall'alto della loro esperienza, insomma, i capi "anziani" farebbero fatica ad accettare il confronto, forti appunto della loro saggezza conquistata sul campo.
Viene criticato anche l'apprendimento senza istruzioni concrete. La generazione Z avrebbe infatti difficoltà a comunicare e a dare ordini e prediligerebbe piuttosto istruzioni concise e brevi e una buona guida. Leggere tra le righe è diventato più difficile, si preferisce la chiarezza.
Mancherebbero infine lavori più "facili" e decentemente retribuiti. O lavori adatti fisicamente a una generazione che trascorre molto tempo seduta e al cellulare, quindi meno abituata a svolgere attività fisica.
La start-up che aiuta a comunicare - Insomma, soprattutto sul lavoro, i giovani vogliono più sostegno. Ecco perché nella Svizzera interna Loris Niederberger e alcuni soci hanno fondato la start-up Moodtalk: azienda che collabora con diverse società per migliorare la comunicazione tra i dipendenti nei team. Tra i clienti figurano CSS, Sanitas e Axpo.
«La generazione Z si aspetta un feedback immediato» - Le indagini effettuate mostrano come molte aziende soffrano di una scarsa cultura della comunicazione. Alcune realtà lavorative forniscono feedback ai dipendenti solo durante le revisioni annuali, o solo quando si verifica un grosso errore. «I dipendenti della Gen Z - spiega però Niederberger - si aspettano feedback immediati: nell'ambiente di oggi e su Internet, è così che si fa».
Secondo la società di consulenza Neoviso, per il 75% dei giovani dipendenti il fattore motivante più importante sul lavoro è il buon rapporto all'interno del team.
Niederberger racconta di una visita a un cliente in cui è emersa una discussione sul carico di lavoro: «I dipendenti più giovani del team chiedevano che venisse assunto più personale. Quando la direttrice ha spiegato loro, in modo trasparente, che stava facendo pressioni sui suoi superiori proprio in questa direzione, ma che non stava riuscendo ad averla vinta, i dipendenti hanno reagito con comprensione». Insomma, i manager dovrebbero capire cosa preoccupa i dipendenti e condividere in modo trasparente ciò che può essere cambiato.
«Sono convinto che le aziende che non soddisfano la richiesta di un ambiente di lavoro socialmente sostenibile affronteranno grosse crisi nei prossimi anni, a causa della carenza di lavoratori qualificati e della perdita di produttività e qualità», conclude il cofondatore di Moodtalk.