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ZURIGOLa Generazione Z e i "boomer" non si capiscono. E nascono problemi sul lavoro

21.10.22 - 14:26
I giovani lamentano la mancanza di sensibilità e la scarsa comunicazione, i "capi" criticano l'assenza di motivazione e di resilienza.
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La Generazione Z e i "boomer" non si capiscono. E nascono problemi sul lavoro
I giovani lamentano la mancanza di sensibilità e la scarsa comunicazione, i "capi" criticano l'assenza di motivazione e di resilienza.

ZURIGO - La Generazione Z è in uno stato di sofferenza psichica che non ha precedenti. A rivelarlo è uno studio condotto dal colosso della consulenza strategica e gestionale McKinsey Health Institute. Come se non bastasse, i giovani di oggi si sentono anche oppressi sul mondo del lavoro. 

Se da una parte i "boomer" (in parole povere gli adulti) parlano della mancanza di resilienza da parte delle nuove generazioni, queste ultime criticano la visione del mondo antiquata di chi li guarda dall'alto in basso. 

20 Minuten ha raccolto diverse testimonianze in questo senso. Di base i più giovani lamentano un'incapacità di comprendere i loro bisogni. A loro avviso manca una cultura del feedback, con superiori che non comunicano e preferiscono lettere e mail piuttosto che il dialogo. Viene criticata anche l'eccessiva formalità così come il legame a meccanismi lavorativi troppo lenti e la scarsa propensione ad accettare nuove strategia più "smart". Dall'alto della loro esperienza, insomma, i capi "anziani" farebbero fatica ad accettare il confronto, forti appunto della loro saggezza conquistata sul campo. 

Viene criticato anche l'apprendimento senza istruzioni concrete. La generazione Z avrebbe infatti difficoltà a comunicare e a dare ordini e prediligerebbe piuttosto istruzioni concise e brevi e una buona guida. Leggere tra le righe è diventato più difficile, si preferisce la chiarezza. 

Mancherebbero infine lavori più "facili" e decentemente retribuiti. O lavori adatti fisicamente a una generazione che trascorre molto tempo seduta e al cellulare, quindi meno abituata a svolgere attività fisica.

La start-up che aiuta a comunicare - Insomma, soprattutto sul lavoro, i giovani vogliono più sostegno. Ecco perché nella Svizzera interna Loris Niederberger e alcuni soci hanno fondato la start-up Moodtalk: azienda che collabora con diverse società per migliorare la comunicazione tra i dipendenti nei team. Tra i clienti figurano CSS, Sanitas e Axpo.

«La generazione Z si aspetta un feedback immediato» - Le indagini effettuate mostrano come molte aziende soffrano di una scarsa cultura della comunicazione. Alcune realtà lavorative forniscono feedback ai dipendenti solo durante le revisioni annuali, o solo quando si verifica un grosso errore. «I dipendenti della Gen Z - spiega però Niederberger - si aspettano feedback immediati: nell'ambiente di oggi e su Internet, è così che si fa».

Secondo la società di consulenza Neoviso, per il 75% dei giovani dipendenti il fattore motivante più importante sul lavoro è il buon rapporto all'interno del team.

Niederberger racconta di una visita a un cliente in cui è emersa una discussione sul carico di lavoro: «I dipendenti più giovani del team chiedevano che venisse assunto più personale. Quando la direttrice ha spiegato loro, in modo trasparente, che stava facendo pressioni sui suoi superiori proprio in questa direzione, ma che non stava riuscendo ad averla vinta, i dipendenti hanno reagito con comprensione». Insomma, i manager dovrebbero capire cosa preoccupa i dipendenti e condividere in modo trasparente ciò che può essere cambiato.

«Sono convinto che le aziende che non soddisfano la richiesta di un ambiente di lavoro socialmente sostenibile affronteranno grosse crisi nei prossimi anni, a causa della carenza di lavoratori qualificati e della perdita di produttività e qualità», conclude il cofondatore di Moodtalk.

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COMMENTI
 

Galium 2 anni fa su tio
Purtroppo è una pessima abitudine ricorrente quella di criticare le nuove generazioni con discorsi triti del tipo "non hanno voglia di lavorare" oppure "noi eravamo molto meglio". Cerchiamo invece di capire che il mondo cambia e di ammettere gli errori delle precedenti generazioni, che in alcuni ambiti non sono stati irrilevanti

Sarà 2 anni fa su tio
Eccessiva formalità, legame a meccanismi lavorativi troppo lenti e scarsa propensione ad accettare nuove strategia più "smart". "prediligerebbe piuttosto istruzioni concise e brevi" In queste righe non vedo scarsa voglia di lavorare, solo scarso adattamento degli anziani al cambiamento dei metodi di lavoro.

Babacool 2 anni fa su tio
Va bene che il mondo sta cambiando radicalmente e profondamente, anche noi adulti! ma😱 McKinsey Health Institute Nooooooo, solo vedere il nome mi viene la pelle d'occa

Gualtie 2 anni fa su tio
Risposta a Babacool
Infatti vedere “McKinsey” e “Health” è un ossimoro

Andy 82 2 anni fa su tio
come mi dicevano "tira fó la paia da c...ü... e quà ora che imparino a capire che quei 4 Pirl..a che si vendono su internet a fare la bella vita di sicuro non sono degli esempi da seguire.. il successo di domani parte dal duro lavoro di oggi...

Andy 82 2 anni fa su tio
ma che cavolo di generazioni varie i giovani devono imparare a lavorare e ad impegnarsi..senza tante scuse..io quando ho iniziato l'apprendistato mi sono dovuto adeguare senza se e senza mà ...giovani SVEGLIARSI...

Anzaza 2 anni fa su tio
Concordo in parte. Sicuramente ci sono datori di lavoro che non si evolvono con metodi di lavoro più moderni. Dall'altra parte la generazione Z non è in grado di "soffrire" per ottenere qualcosa, pretendono subito tutto come se gli fosse dovuto di principio senza invece analizzare se effettivamente quello che richiedono sia meritato .

snowfairy 2 anni fa su tio
A loro sarà dato il giusto merito a tempo debito. Con calma.

gigipippa 2 anni fa su tio
Queste generazioni Z entrano in azienda con tante pretese, non rendendosi bene conto che il carico di lavoro presto o tardi lo riceveranno in eredità.
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