Una scuola di sci di Davos ha preferito optare per uno show sulla neve. La psicologa: «Alcuni bambini mostrano già segni di burnout»
DAVOS - Tre, due, uno… via! Gli amici incitano i discesisti e i genitori aspettano orgogliosi i propri figli all’arrivo. La gara ha da sempre segnato la fine di ogni settimana alla scuola di sci.
Ma non alla scuola di sci e snowboard Topsecret di Davos, che ospita circa 200 bambini a settimana, che ha infatti deciso di abolire la gara finale per le due categorie dei principianti, sostituendola con uno “show della neve”.
Nervosismo e lacrime - Durante l’ultimo giorno i bambini mostrano ciò che hanno imparato durante la settimana. Secondo il direttore della scuola Claudio Rupp, lo spirito di squadra è la cosa più importante. «I bambini partecipano allo show e si divertono». Ed è proprio lo spirito di squadra che, secondo il direttore, è assente nella gara. «L’anno scorso avevamo già notato che prima della competizione l’ansia travolgeva gli sciatori più piccoli, di età compresa dai 5 ai 7 anni. Un po’ come accade a scuola. Ma i bambini qui sono in vacanza» ha raccontato il direttore ai nostri colleghi di 20 Minuten. «Poco prima della partenza i nostri maestri dovevano spesso fare da psicologi ai bambini nervosi. Chi perdeva alla fine arrivava anche a piangere».
E il nuovo concetto, quello dello show della neve, avrebbe riscosso entusiasmo. «Dai 100 moduli di feedback ricevuti finora, 96 sono stati positivi, motivo per cui manterremo lo spettacolo almeno fino alla fine della stagione».
I ragazzini più grandi avranno comunque l’opportunità di partecipare alla gara.
Sempre più bambini in burnout - Selina Luchsinger, psicologa infantile, accoglie positivamente l’idea dell’abolizione della gara, e conferma che la pressione sui bambini è sempre maggiore. «Gli psicologi trattano sempre più bambini delle scuole elementari, ed alcuni mostrano già i primi segni di burnout». Per la psicologa inoltre le vacanze non dovrebbero essere fonte di stress.
Ma Luchsinger ricorda anche che la competizione resta comunque importante. «Alla maggior parte dei bambini piace competere con i propri compagni di classe. Fa parte dello sviluppo». Per la psicologa la situazione ideale sarebbe lasciar scegliere i bambini.