Alcuni degli isolanti sintetici presenti nell’edificio che ha preso fuoco a Londra, causando la morte di 79 persone, sarebbero utilizzati anche in Svizzera
LOSANNA - Un edificio di 24 piani che brucia completamente in poche ore. Sono ancora vive le immagini scioccanti della Grenfell Tower avvolta dalle fiamme, a Londra, il 14 giugno. I materiali isolanti e i rivestimenti anti-incendio stanno suscitando non poche polemiche nel Regno Unito. Dei pannelli dotati di un foglio in alluminio all’esterno e uno strato di polietilene all’inerno, infatti, anziché contenere le fiamme ne avrebbero favorito il propagarsi.
Secondo alcuni esperti, intervistati da 24 heures, polietilene, polistirolo o poliuretano sono materiale utilizzati anche in Svizzera. Sono infiammabili - il polietilene brucerebbe infatti a 350 gradi -, inquinanti e difficilmente riciclabili.
A buon mercato - Jorgen Hempel, fondatore di “Hemp eco systems” - società svizzera che si occupa della costruzione con materiali naturali - spiega: «Si tratta di derivati del petrolio che si sono diffusi negli ultimi due decenni in quanto a buon mercato e molto isolanti. Ma si tratta anche di materiali altamente infiammabili». L’imprenditore ne denuncia l'uso: «Spesso vengono incollati direttamente sulla struttura dell’edificio. Al momento della demolizione sarà impossibile separarli dal resto e dovrebbero essere smaltiti come rifiuti pericolosi».
La legislazione - In Europa si susseguono gli interrogativi sui materiali antincendio degli edifici. Nel 2012 un rogo aveva distrutto i 18 piani della Tour Mermoz a Roubaix (Francia). In Germania l’uso di pannelli contenenti materiali infiammabili è vietato per gli edifici superiori a 22 metri di altezza.
In Svizzera i materiali come polietilene, polistirolo o poliuretano sono ammessi nelle costruzioni. Ma sono presenti anche delle chiare norme legali che ne vietano totalmente l’uso per edifici oltre i 30 metri, ospedali e scuole. Per costruzioni fino agli 11 metri possono essere utilizzati senza limitazioni, tra gli 11 e i 30 è necessario apporre delle strisce di protezione antincendio di 20 centimetri tra ogni piano.
«Il rischio zero non esiste» - Eric Tonicello, della società svizzera degli ingegneri e degli architetti, spiega come «lo stesso tipo di misure viene applicato alle facciate in legno». L’ingegnere civile specifica: «Personalmente raccomando ai miei clienti di seguire alla lettera l’uso corretto di questi materiali. Il rischio zero non esiste. Quando si risparmia, c’è sempre qualcosa che non funziona come dovrebbe». Un materiale naturale e resistente come la lana di roccia, ad esempio, resiste a temperature superiori a 1000 gradi. «Il controllo di conformità deve essere fatto durante la progettazione, la realizzazione e la chiusura del cantiere».