La cacciata di Huras è un autogol clamoroso. Ripartire da zero dopo l'ennesima delusione (e un mercato già quasi completato) sarà dura per chiunque siederà in panchina
LUGANO – L'annuncio della cacciata di Huras ha sorpreso, lo si deve ammettere. Nonostante i pessimi segnali arrivati negli ultimi giorni si pensava infatti che, alla fine, sbollita la delusione per un campionato sicuramente non all'altezza, nella stanza dei bottoni bianconera si usasse il cervello e non il cuore.
E invece, come spesso capitato nel recente passato, dalle parti della Resega si sono dimostrati più tifosi che dirigenti. E hanno scelto per l'ennesimo cambio. Tutte le belle parole spese a riguardo del progetto sono evaporate nel momento della difficoltà.
Quanti possono gioire di questa scelta? Pochi. Forse qualche senatore dello spogliatoio, forse qualche tifoso disamorato. Pochi altri. La verità è che alla fine hanno perso tutti. Hanno perso i giocatori, colpevoli quanto il coach della stagionaccia bianconera, hanno perso i tifosi, ancora delusi per i mancati risultati, hanno perso i dirigenti. Ha perso soprattutto il Lugano, uscito con le ossa rotte dai playoff e, considerato il mercato già fatto, ora impantanato in un limbo dal quale sarà difficile uscire.
E gli acquisti già completati per abbracciare le scelte di Huras? Un altro autogol. Un mezzo disastro al quale Kevin Schläpfer, Arno Del Curto, Slava Bykov, Anders Eldebrink, un coach nordamericano o chi per loro sarà costretto a riparare.
Ai bianconeri toccherà una nuova partenza ad handicap. Chissà se l'arrivo avrà un sapore diverso.
Giovedì mattina, ore 11, segui in diretta streaming su Ticinonline la conferenza stampa di Larry Huras