Cerca e trova immobili

L'OSPITE - STEFANO TOGNI«Sono un tradizionalista: le prime otto andrebbero nei playoff e basta»

06.03.24 - 11:00
Stefano Togni: «Lugano e Ambrì hanno colto rispettivamente il settimo e l'ottavo posto: solo per questo meriterebbero la qualificazione».
Tipress, archivio
«Sono un tradizionalista: le prime otto andrebbero nei playoff e basta»
Stefano Togni: «Lugano e Ambrì hanno colto rispettivamente il settimo e l'ottavo posto: solo per questo meriterebbero la qualificazione».
Domani sera le due formazioni del nostro Cantone si sfideranno in gara-1 dei play-in (ore 20). «Si tratta di una festa per l'hockey ticinese».
HOCKEY: Risultati e classifiche

LUGANO - È tutto pronto per il derby fra Ambrì e Lugano, valido per gara-1 dei play-in di National League.

Nella serata di domani le due squadre ticinesi si affronteranno infatti alla Gottardo Arena, per disputare la quinta stracantonale stagionale. «Sarà un derby molto speciale e come tutte le partite di questo tipo regalerà grandissime emozioni», ha analizzato l'ex attaccante di Lugano e Ambrì degli anni '90, Stefano Togni. «Il momento è indubbiamente delicato, ma adesso il campionato viene azzerato e bisogna di conseguenza pensare solo a queste due sfide. Sarà fondamentale avere la mente fredda ed essere lucidi nei momenti cruciali dei match. Prevedo un'atmosfera da brividi vista la posta in palio e mi aspetto tanto pubblico sugli spalti. Si tratta di una festa per l'hockey ticinese».

Le due formazioni arrivano al confronto diretto in maniera diversa. Il Lugano ha flirtato a lungo con il quinto posto ma è reduce da tre ko consecutivi, mentre l'Ambrì ha lottato per la qualificazione fino all'ultimo riuscendo poi ad agganciare anche in classifica proprio i cugini (79 punti), grazie a sei successi in sette uscite. «Nelle ultime gare i bianconeri hanno comunque mostrato un buon gioco, anche se rispetto agli incontri precedenti si sono rivelati poco lucidi e concreti sotto porta. Dal canto loro i leventinesi si sono resi protagonisti di un finale in cui hanno sfornato prestazioni di alto livello e si trovano in un periodo molto positivo, ma dovranno stare attenti a controllare le emozioni. Il derby è in ogni caso un match a sé ed è aperto a ogni risultato. La serie si giocherà inoltre al meglio delle due gare e quindi – anche se gli uomini di Cereda sono mentalmente un po' più carichi – sarà sufficiente vincere una sfida, indipendentemente dai gol realizzati, per andare all'overtime».

Come giudichi la formula dei play-in? «Ho un pensiero molto tradizionalista in proposito. Sono dell'idea che le prime otto squadre della stagione regolare dovrebbero staccare direttamente il pass per i playoff, come succedeva in passato e basta. In questo contesto Ambrì e Lugano, che hanno dimostrato entrambi di meritare i quarti di finale, si sarebbero anche qualificati di diritto. Diversi anni fa la Lega aveva inoltre deciso di togliere il pareggio in campionato, ma con questo sistema la squadra che vincerà gara-1 potrà scendere sul ghiaccio nella seconda partita beneficiando di due risultati su tre. La formula non mi stimola molto, ma sono curioso e voglio lasciarmi sorprendere».

Dal canto loro Servette e Bienne si sfideranno nell'altro match dei play-in e la vincente se la vedrà contro una delle due ticinesi. «Sarà un po' strano vedere le due finaliste della scorsa stagione affrontarsi per non andare immediatamente in vacanza. Sicuramente il Ginevra - con la conquista della Champions League - ha sprecato tante energie nel corso della stagione e a risentirne sono state le prestazioni in campionato. I Seelanders sono invece stati confrontati con diversi problemi - uno su tutti l'allenatore, che è recentemente stato esonerato - e hanno costantemente rincorso il decimo posto, trovando la qualificazione all'ultima giornata. Con il nuovo head-coach in panchina la squadra ha trovato gli equilibri giusti e le motivazioni ideali».

Nella storia è capitato spesso che a vincere il titolo sia stata una formazione che ha cambiato la guida tecnica a stagione in corso. Era successo per esempio al Lugano di Kreis e Zanatta nel 2006, così come al Berna di Lars Leuenberger nel 2016. «Effettivamente nella storia questa situazione si è presentata ripetutamente e c'è la possibilità che il Bienne possa diventare la vera mina vagante del campionato. Ricordo un episodio riguardante i playoff del 1995. All'epoca giocavo nel Lugano e dopo aver vinto 5-0 gara-1 dei quarti di finale contro il Kloten, gli Aviatori hanno ingaggiato Alpo Suhonen in panchina: noi abbiamo perso la serie 3-2 (best of 5) e loro sono poi saliti sul tetto svizzero. I Seelanders se la giocheranno sicuramente fino all'ultimo, l'energia nello spogliatoio è attualmente positiva e nei playoff è molto importante l'approccio mentale alle partite. Saranno dei match intensi».

Entra nel canale WhatsApp di Ticinonline.
COMMENTI
 

sergejville 7 mesi fa su tio
Tutto condivisibile ma... ora le squadre son 14. Quindi dal nono al dodicesimo (4 squadre) tutte in vacanza a inizio marzo? Fattibile anche questo.

L'Azzeccagarbugli 7 mesi fa su tio
Risposta a sergejville
Dalla nona alla 14esima si fa un torneo di relegazione a sei squadre con sfide d’andata e di ritorno… magari con i punti della regular season dimezzati
NOTIZIE PIÙ LETTE